Continua a salire il bilancio delle vittime del brutale attentato che giovedì ha colpito dei pellegrini sciiti alla periferia di Karbala: 73 morti, per lo più iraniani. A rivendicare il camion-bomba imbottito con 500 litri di esplosivo che ha sventrato alcuni autobus in una stazione di benzina è stato l’Isis. Occasione ghiotta per lo Stato Islamico: la comunità sciita celebra in questi giorni l’Arbaeen, il quarantesimo giorno dalla Shura, commemorazione della morte di Ali, nipote di Maometto.

Immediata la reazione iraniana: il presidente Rouhani ha chiesto a Baghdad di prendere misure per catturare i responsabili, utopia in un paese dove la sicurezza è annullata dall’occupazione islamista, un governo disfunzionale e il dissolvimento dell’esercito da parte statunitense, ancora oggi spada di Damocle per un Iraq in guerra perenne.

A Mosul, intanto, prosegue l’offensiva contro l’Isis: a ovest, a Tal Afar, a premere sono le milizie sciite che due giorni fa hanno definitivamente preso il controllo della strada che dalla città irachena conduce alla frontiera con la Siria.