«Per poter dare il mio contributo alla affermazione di una nuova stagione progressista in Italia e in Europa». Piccolo colpo di scena in Sinistra italiana alla vigilia del congresso che si terrà a Rimini dal 17 al 19 febbraio. Per la corsa a nome dell’area ’dialogante’ di Alternative si fa avanti il capogruppo alla camera Arturo Scotto. E non invece il giovane Marco Furfaro come sembrava negli ultimi tempi. Si scontrerà con Nicola Fratoianni, candidato dell’area vendoliana osservante, anche se la candidatura non è stata ancora annunciata. Lo fa sapere lo stesso Scotto con una lettera aperta ai suoi sull’Huffington post. «Insieme a molte compagne e compagni, ho deciso di fare la mia parte, per quanto piccola possa essere, e di dare la disponibilità a candidarmi alla segreteria di Sinistra Italiana», scrive, «per unire quanto fino a oggi è apparso diviso, per includere quanti fino a oggi si sono sentiti esclusi da un processo costituente poco attrattivo, per invitare quanti dentro e fuori di noi non hanno visto, spesso a giusta ragione, in questa impresa qualcosa per cui valga la pena spendere tempo ed energie e che non ci hanno riconosciuto come interlocutore affidabile e credibile». Scotto, che ha tenuto un atteggiamento dialogante con i sindaci ex Sel Pisapia e Zedda vicini al Pd ma anche con Massimo D’Alema, alla cui assemblea sabato prossimo è stato invitato a parlare, mette subito in chiaro di non essere filorenziano, accusa velenosa che circola verso la sua area: «Andare in soccorso del renzismo declinante sarebbe folle e perdente», «quella politica economica ha rappresentato il più grave arretramento di diritti sociali della recente storia repubblicana, non facendoci uscire dal pantano della crisi», ma «l’alternativa non può essere l’autosufficienza identitaria o la composizione di cartelli elettorali composti da sigle e siglette che hanno già fallito, che non possono che fallire di nuovo perché destinate alla marginalità».

Campano di Torre del Greco, classe ’78, nei Ds da giovanissimo, li lascia da deputato, nel 2007, per non aderire al Pd. Da Sinistra democratica aderisce poi a Sel e nel 2013 viene rieletto alla Camera. È capogruppo dalle dimissioni dal passaggio al Pd di Gennaro Migliore.