«Non Una di Meno», la manifestazione nazionale contro il femminicidio e per l’autodeterminazione delle donne del prossimo sabato a Roma, al di là delle persone che riuscirà a mobilitare – e si annunciano una marea, a sentire le stime delle organizzatrici – non sarà solo un corteo.

E non tanto perché il giorno dopo, domenica, l’appuntamento proseguirà con una assemblea nazionale delle donne con l’obiettivo di redigere, attraverso tavoli tematici e una plenaria sul modello dei Social Forum, un piano antiviolenza dal basso. La manifestazione, convocata il giorno dopo la Giornata mondiale contro la violenza di genere con lo scopo di non confondersi con un appuntamento istituzionale che si ripete ogni anno, sta diventando un evento culturale di massa, non populista ma sicuramente pop. Si sta cioè diffondendo come un caleidoscopio in tanti piccoli eventi, in ambiti anche inconsueti per la politica che rischiano di fare massa critica diffondendo messaggi politici anche in microcosmi e galassie dove di solito la politica, di genere o no, non viene neanche lambita.

Un pezzo importante di questo movimento femminista caleidoscopico è portato dalla musica. Le 16 cantanti e cantautrici riunite nel gruppo «Amiche in Arena», nato dalla collaborazione tra Loredana Berté e Fiorella Mannoia (da Nada Malanima a Gianna Nanninini e Patty Pravo, passando dai più bei nomi della musica pop italiana) hanno appena pubblicato il cd del loro concertone di settembre a Verona. Tutti i proventi vengono devoluti ai 77 centri antiviolenza della rete DiRe e i primi 150 mila euro già raccolti con i biglietti staccati all’Arena serviranno a far vivere 15 centri antiviolenza. Amiche in Arena sostiene compattamente anche la manifestazione del 26 novembre e se anche non tutte le artiste saranno presenti al corteo, nelle rispettive tournée ricorderanno il loro impegno comune a fianco di DiRe.

Sul sito di «Non Una di Meno», come si usa ormai, si trovano mappe, gif animate, un cartone animato e vari video, tra cui uno del gruppo «Cattive Maestre» che parla anche delle scritte maschiliste sui banchi e nei bagni delle scuole. Ma il video più bello, una vera chicca, è stato realizzato da una squadra di calcetto femminile per uno strano bar del quartiere Pigneto a Roma – la denonimazione esatta è «Tuba, bazar erotico, libreria delle donne» – e dalla giovane videomaker Francesca Feola.

È un corto muto, con loro tra lo spogliatoio, dove si aggirano con tacco dodici e lingerie, poi in campo e quindi fuori, su uno skate o in tailleur. Le immagini girano a ritmo incalzante sulle note delle Chicks and Speed, banda electro-riot di Monaco di Baviera, e il plot del video attorno al cartellino rosso di espulsione e ai suoi mille significati. «Ci abbiamo lavorato molto – ammette una di loro, Valentina – anche sul testo della traccia che abbiamo scelto, inizialmente volevamo parlare dei pregiudizi da espellere dalla società e dei nostri pensieri di vita, desideri, volevamo mostrare l’eterogeneità dell’essere donna che ci viene negata, lo stesso meccanismo per cui ad esempio si dice che le donne non sanno giocare a calcio oppure che quelle che lo fanno sono tutte lesbiche e così via».

È il luogo comune che opprime e fa da base alla violenza, come la scritta «principessa sei solo mia» di cui parla il video delle Cattive Maestre. Ma al di là delle ragazze del calcetto – quasi nessuna con esperienza politica alle spalle, impegnate piuttosto per la prevenzione dell’Aids e delle malattie sessualmente trasmissibili – il mondo dello sport al femminile si sta mobilitando in forze contro la violenza di genere.

L’appello che pubblichiamo a fianco – «Manchi solo tu» – a sostegno della manifestazione del 26, firmato da moltissime donne della cultura e del giornalismo – il testo è stato scritto da un nome importante del femminismo, Alessandra Bocchetti – è stato sottoscritto anche dalla star del calcio femminile Patrizia Panico, da Tania Di Mario del Setterosa e da Antonella Bellutti, due volte oro olimpico come ciclista su pista.

Non solo. Riconoscendo che la lotta contro il femminicidio e gli abusi non si ferma al corteo e del 26 , lo stesso giorno – non a caso – l’intero campionato di serie A di pallavolo femminile, in tutti i campi da gioco, si schiera per una giornata di sensibilizzazione sul tema del femminicidio e a sostegno del progetto «Women run the show» di Telefono Rosa, per promuovere l’autonomia delle donne che escono da situazioni di oppressione domestica. La sfida, da questo caleidoscopio di mobilitazioni, si apre a piazza della Repubblica alle 14 di sabato, ma non finirà in piazza San Giovanni. Rimarrà aperta, ben oltre la festa-protesta per le strade della capitale.