Questa volta tocca a un piccolo Comune del Sud, Cirò Marina in provincia di Crotone, salire alle cronache. A due bambini italiani di una scuola del paese è stata riscontrata la scabbia: un’infezione contagiosa della pelle legata all’inquinamento, organico e chimico, dell’acqua. Roberto Siciliani, il sindaco eletto con la lista civica Unione popolare, ha emesso un’ordinanza chiedendo alla sua polizia municipale di controllare e allontanare tutti i migranti dal centro della città. Vale a dire che il contagio dell’infezione riscontrata sui due bambini italiani è stato automaticamente provocato dai migranti. Prove documentali in questi casi non servono: basta seguire l’onda mediatica e qualcuno che applaude lo si trova. Nonostante l’assurdità della cosa, il nesso è sempre lo stesso. A Cirò Marina vi è una forte presenza di migranti forzati (soprattutto richiedenti asilo) e profughi sbarcati recentemente sulle coste italiane. Sono presenti anche molti bambini, perché c’è un centro di accoglienza per minori non accompagnati.

Dunque secondo l’amministrazione comunale c’è un’equazione ormai dimostrata: scabbia uguale profughi, profughi uguale scabbia. È evidente la natura discriminatoria e razzista dell’ordinanza, rispetto alla quale sarebbe utile un intervento del prefetto, Vincenzo De Vivo. Il provvedimento ricorda il razzismo di quando migliaia di italiani del Sud migravano per lavoro nel Nord industrializzato del Paese, negli anni ’50 e ’60, e trovavano affissi cartelli coi quali si annunciava che non si sarebbero affittati appartamenti e negozi ai meridionali.
L’ordinanza del sindaco è molto esplicita: «Considerato che a Cirò Marina è stato attivato un centro di accoglienza per minori extracomunitari non accompagnati e verosimilmente non assistiti da medico di famiglia, si ritiene indispensabile che tutti i presenti vengano periodicamente sottoposti ad adeguati controlli medici da parte dell’Asp competente. Poiché anche nel territorio limitrofo sono stati accertati casi di tal genere, in particolare tra gli extracomunitari giunti in seguito ai continui sbarchi, si invita il Comando Polizia Municipale, nel pieno rispetto della persona umana, a scopo precauzionale, a voler porre in essere tutti gli accorgimenti necessari al fine di evitare che extracomunitari possano avvicinarsi in prossimità di esercizi commerciali o girovagare liberamente per le strade per chiedere questue o altro al fine di prevenire eventuali casi di scabbia non segnalati».

Incalzato, il Sindaco dice di essere stato frainteso. Pronta è stata la reazione di associazioni e sindacati. Arci, le cooperative sociali Agorà Kroton, Kroton Community e Baobab, Intersos, Legacoop Calabria e Libera Crotone hanno denunciato la deriva razzista dell’ordinanza: «Non è accettabile che un uomo delle istituzioni inneschi una così pericolosa caccia allo straniero portatore di malattie e che vieti a una persona la libera circolazione per il suo paese». Il sindaco, «in quanto responsabile della sanità e della salute pubblica, deve sì garantire i controlli sanitari specifici, ma per tutti i cittadini senza ghettizzare e discriminare solo una parte della popolazione». Intersos sottolinea che «il contagio della scabbia avviene con contatti stretti e per tempi prolungati. È molto più infettiva e pericolosa l’influenza. A quale cliente di supermercato è richiesto un certificato di assenza di influenza?».