Nel clubs berlinesi alla moda è proibito fotografare. Felix Scheinberger, illustratore tedesco di libri per bambini e adulti, ha ovviato al divieto immortalando con la matita scene dal Berghain e dal KitKat. Poiché il divieto di ogni natura genera racconti metafisici farciti di droghe, corpi sudati e mutanti e alimenta immaginari che rimbalzano di bocca in bocca tenendo in vita una città neoliberista e normalizzata, arriva il disegno a proporre la sua versione dei fatti. Scheinberger, 47 anni, insegnante di disegno a Münster, si porta dietro un taccuino, delle matite e se riesce anche un piccolo kit tascabile di acquarelli. Qualcuno gli si avvicina incuriosito, nasce una conversazione in cui capita che il soggetto ritratto chieda di non apparire in qualche raccolta. Vita di club e quotidiano si annusano guardinghi, a debita distanza, e non sempre è possibile conciliarli, nonostante la tanto strombazzata tolleranza della capitale tedesca. Nessuno si mette in posa per gli schizzi su carta di Felix, in assenza di luce e calma, ma anche per volontaria decisione dell´autore di lasciare un ampio ruolo alle prime impressioni, al flusso emotivo in cui è immerso. Un colpo d´occhio sulla autencità della scena: una polaroid a margine della tecnica. Il lavoro notturno e istantaneo di Scheinberger è raccolto in Hedo Berlin (Jaja Verlag, 28 Euro) su cui l´illustratore garantisce l´assenza di un perfezionamento dell´opera post danze notturne, al riparo dagli smutandati. Anzi, finalmente anche lui stesso può liberarsi dei legittimi lacciuoli di illustratore professionista. Gli schizzi raccolti coprono il periodo dal 2012 al 2016, nati dalla frequentazione dei clubs Berghain, KitKat, Insomnia, in cui l´atto del godimento della libertà non soffoca il semplice desiderio di condivisione dello stesso spazio libero. Ovvero, meglio uno “spazio concesso” che l´assenza dello stesso. Come una foto istantanea Scheinberger utilizza il medium disegno anche nel racconto dei suoi viaggi, presenti sulla sua pagina facebook quanto su altre raccolte, come linguaggio che accomuna le lingue e pretende un rapporto con lo straniero, con l´altro, attento e per quanto possibile scevro di sovrastrutture. Lo stesso approccio ritorna davanti ai suoi studenti quando ricorda loro di non cadere nella trappola del mito del talento e di dare lo stesso valore al pixel e all´inchiostro.
@NatashaCeci