Dopo l’accusa di «squadrismo» rivolta ai docenti e agli studenti che hanno contestato venerdì scorso la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini alla festa dell’Unità di Bologna in nome del dettato costituzionale e contro il Ddl «Buona Scuola», il governo continua l’attacco al diritto al dissenso rinviando le prove Invalsi alle primarie dal 5 maggio al 6 e 7 maggio. Restano confermate le altre date delle prove di matematica, italiano e i quiz: il 12 maggio nelle classi «Ti» nelle secondarie di secondo grado e il 19 giugno nell’esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Per tutti i sindacati e gli studenti è un attacco allo sciopero generale, e alle manifestazioni studentesche, previste il 5 maggio.

Per l’Invalsi, un istituto di ricerca dipendente dal ministero dell’Istruzione, su tratta di uno spostamento dovuto alla necessità di assicurare l’attendibilità «scientifica» dei dati. Il 5 maggio, infatti, le scuole saranno deserte, o chiuse, considerata l’altissima adesione allo sciopero contro il governo Renzi e il Ddl 2294 sulla scuola attualmente in discussione in parlamento e da approvare «entro metà giugno». Una spiegazione che non ha soddisfatto per nulla gli oppositori del governo. Per i Cobas, che avevano inizialmente convocato da soli il 5 maggio uno sciopero generale contro la «scuola dei quiz» Invalsi e la «Buona Scuola» è un «intollerabile imposizione, illegittima e antisindacale» del Miur.

«Procederemo subito per via legale – ha detto Piero Bernocchi . decisiva è la corale protesta dei lavoratori e dei sindacati che co-promuovono lo sciopero del 5». L’obiettivo è «bloccare lo sciagurato provvedimento che aprirebbe la strada all’annullamento per via amministrativa dello stesso diritto di sciopero». «L’Invalsi – prosegue Bernocchi – èrevede la possibilità di rinvio solo in casi eccezionali». Ma questa richiesta avrebbe dovuto essere avanzata entro il 12 dicembre 2014, con protocollo antecedente al 28 ottobre dello stesso anno. I Cobas proseguiranno la mobilitazione contro i quiz anche il 6 e il 12 maggio. «L’aspetto più grave della vicenda è che il sistema Invalsi è al centro dell’impianto del Ddl Renzi» sostiene Usb scuola che proclamerà il blocco delle attività funzionali all’insegnamento relative alle prove Invalsi per la scuola primaria il 6 e 7 maggio e per quella secondaria il 12 maggio. Il rinvio di 24 ore delle prove «dimostra la debolezza del Governo» a parere del segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna.

La Gilda degli insegnanti parla di una «strategia per boicottare la grande protesta contro la riformka del governo Renzi». «Ci chiediamo chi abbia assegnato questo potere al presidente dell’Invalsi Anna Maria Ajello – domanda Rino Di Meglio (Gilda), il quale solleva il dubbio che il rinvio sia dovuto alle pressione di «qualche dirigente scolastico». «In tal caso – sostiene – si tratterebbe di una grave ingerenza».
Di «attacco al diritto al dissenso» e di «annullamento del diritto di sciopero», parla anche Danilo Lampis (Unione degli Studenti): «È un atto gravissimo e senza precedenti – sostiene – Il governo continua a millantare un processo democratico inesistente. Da mesi sono inascoltate le proteste contro la “Buona Scuola”, la retorica di Renzi e Giannini sta diventando ridicola. Lo spostamento delle prove è la prova del loro atteggiamento anti-democratico».

Quello dei quiz-Invalsi, e della valutazione di tipo quantitativo e deterministico, è l’ultimo fronte polemico aperto dal governo contro lo sciopero del 5 maggio. A complicare una situazione già tesa è l’accusa di «squadrismo» rivolta dalla ministra Giannini a chi la contesta. Nel Pd ha provocato un’alzata di scudi da parte di Stefano Fassina e, ieri, del presidente Orfini e del vice-segretario Guerini: «è sbagliato impedire di parlare come bollare di squadrismo chi dissente» hanno detto. «Esprimere il dissenso su un brutto Ddl non è lesa maestà – ha detto Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) La contestazione subìta, anziché indignarla, dovrebbe indurre la ministra Giannini a riflettere. E con lei la senatrice Puglisi e la dirigenza Pd».