Una legge di iniziativa popolare per “una buona scuola per la Repubblica”. La proposta di legge discussa per mesi, condivisa da centinaia di insegnanti, genitori e studenti, sottoscritta da 100 mila cittadini grazie al lavoro di 120 comitati territoriali. E’ stata depositata alla Camera il 4 agosto 2006.

 Questa proposta fu in seguito incardinata in parlamento e nell’aprile 2007 iniziò la discussione nella VII commissione alla Camera. La crisi di governo Prodi del gennaio 2008 ne interruppe l’iter. Nella XVI legislatura non fu mai discussa né considerata ai fini dell’emanazione della Legge Gelmini. Dopo due legislature le leggi popolari decadono. Per questa ragione molti singoli ed associazioni di ogni parte, tra le quali c’è l’assemblea delle scuole di Bologna, hanno ripresentato la legge alla Camera giovedì scorso nell’ambito della campagna “Adotta la LIP”.

La proposta può essere consultata su questo sito web.

Il Gruppo di lavoro dell’Assemblea delle scuole di Bologna, tra i promotori dell’iniziativa, spiega i contenuti di un provvedimento che non ha perso la sua attualità, nonostante abbia passato otto anni sepolta nei cassetti del parlamento.

La proposta di legge di iniziativa popolare ha individuato le risorse da destinare alla scuola pubblica: il 6 per cento del Pil, ovvero la media europea. Queste risorse sarebbero un sostegno all’obbligatorietà dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia;

-l’estensione dell’obbligo a 18 anni.

-Classi di 22 alunni, il ripristino e l’estensione del modulo e del tempo pieno nella scuola elementare e prolungato nella media.

-Dotazioni organiche aggiuntive stabili e adeguate per il sostegno, l’alfabetizzazione, l’integrazione, la lotta alla dispersione e al disagio.

– Questo modello di scuola affronterebbe la questione del precariato, con l’assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti.

Il Gruppo di lavoro dell’Assemblea delle scuole di Bologna ha lanciato un appello ai parlamentari affinché sottoscrivano e ripresentino a loro nome la legge.