A Bologna, ad oggi, l’alleanza di centro sinistra non esiste più. Sel si è infatti autospesa dalla maggioranza e ha annunciato di non voler più votare in Consiglio comunale le delibere della giunta guidata dal sindaco, il democratico Virginio Merola. Unica eccezione i provvedimenti dei due assessori di riferimento dei vendoliani, Riccardo Malagoli e Amelia Frascaroli. “Il sindaco deve scegliere tra noi e la destra Pd”, sintetizza la coordinatrice cittadina dei vendoliani Egle Beltrami mentre Lorenzo Cipriani, consigliere che non si può certo accusare di voler a tutti i costi la rottura con i democratici, dice che “al momento le condizioni per confermare l’alleanza con il Pd non ci sono più”.

Ancora non è crisi: perché l’autospensione non è certo il passaggio all’opposizione, e soprattutto perché i vendoliani chiedono al sindaco conferme esplicite su tutte le questioni che riguardano l’emergenza casa e la gestione delle tante occupazioni abitative in città. Ad occuparsene in giunta la cattolica (e prodiana) Amelia Frascaroli, che non è di Sel ma che alle amministrative del 2010 ha guidato una lista di sinistra a trazione vendoliana alla conquista di quattro posti in consiglio comunale. Cosa farà Frascaroli nella primavera del 2016, quando a Bologna si tornerà a votare, non si sa. Lei per il momento prende tempo, incassa gli attacchi più o meno velati della destra Pd, e non risponde a chi le chiese se si ricandiderà, magari guidando una lista di sinistra che faccia da stampella al Pd. Se Sel attende novità da Frascaroli, la destra Pd non perde occasione per picconare il lavoro dell’assessore chiedendo il rispetto della legalità, una parola che nell’ultimo anno in città è al centro di quasi ogni dibattito. La paura di Sel è che Frascaroli diventi il prossimo obiettivo di chi, all’interno del Pd ma non solo, ha da tempo deciso di lavorare contro l’ala sinistra dell’alleanza e per il momento può cantare vittoria incassando la cacciata dell’assessore alla cultura Alberto Ronchi. La vicenda è quella ormai nota del centro sociale Atlantide, con i collettivi sgomberati all’alba dopo un’ordinanza di sfratto firmata dal sindaco Virginio Merola. Ma se su Atlantide i margini per ricucire la spaccatura tra Pd e Sel forse ancora ci sarebbero, le politiche abitative di Frascaroli restano per i vendoliani la linea del Piave. Da qui la richiesta di un incontro urgente col primo cittadino.

Se le sorti dell’alleanza Pd-Sel sembrano legate alle scelte personali e politiche di Frascaroli e alle decisioni del sindaco, i passaggi che hanno portato a questa crisi potrebbero comunque lasciare una ferita profonda.”All’interno del gruppo consiliare – spiega la capogruppo di Sel in Consiglio comunale Cathy La Torre – c’è una discussione accesa: non mi nascondo che qualcuno prenderà una decisione e qualcuno una decisione diversa”. La prospettiva è quella della creazione di un polo politico di sinistra alternativa al Pd, che affronti i democratici alle prossime comunali. Al progetto stanno lavorando in tanti, l’ultimo è l’ormai ex assessore Alberto Ronchi. Uomo di Merola affondato assieme ad Atlantide, centro sociale sgomberato proprio su firma del sindaco, Ronchi ha deciso di attaccare a testa bassa i democratici in città: “Sono una disgrazia per Bologna, mettiamoci assieme per mandarli a casa”, ha detto l’ex assessore. E per questo non è detto che un’eventuale candidatura di Frascaroli convinca comunque tutti i vendoliani, in città da mesi impegnati in una discussione sull’appoggio a Merola e al partito di Renzi.

Certo è che il sindaco, tra pressioni a destra e spaccature a sinistra sembra imdebolirsi, e con lui il vecchio centro sinistra che ha conquistato Bologna al primo turno nel 2010. Quasi un lontano ricordo anche se c’è chi continua a lavorare per l’unità. La parlamentare Pd Sandra Zampa è fra questi. “La sinistra – ha detto Zampa – deve dimostrare di voler restare unita per vincere. Lo dobbiamo ai nostri ideali se li vogliamo vedere andare avanti”.