Servono altri 8 miliardi di euro fino al 2018 per far fronte all’integrazione dei rifugiati. È la richiesta dei 16 Land al governo di Berlino: 1,5 miliardi subito più 2,5 nel 2017 e altri 4 l’anno successivo. Ma il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble resta tetragono nella trincea del pareggio di bilancio federale. E si riapre la polemica politica all’interno dell’Union democristiana, come fra i parlamenti regionali e il governo Merkel.

Horst Seehofer, il presidente della Baviera e leader del Csu, ha ribadito la compattezza del fronte anti-austerità perché ovunque in Germania i servizi sociali sono al limite del collasso per la pressione di circa 200 mila richiedenti asilo registrati nei primi quattro mesi dell’anno. Tutti i Land hanno bisogno di soldi per i corsi di tedesco, la formazione, la salute e l’integrazione sociale dei migranti. Da Berlino, finora, è arrivato solo l’impegno a stanziare un miliardo di euro destinato ai minori non accompagnati.

Seehofer attacca a testa bassa: «Schäuble non vuole nemmeno condividere il 20% dei costi preventivati. Proprio lui, che aveva invitato l’Ue ad agire in modo efficiente sull’emergenza rifugiati, dovrebbe dare l’esempio in Germania».

Tanto più che nell’ultimo stanziamento di 16 miliardi destinati ai profughi il governo Cdu-Csu-Spd ha infilato anche le missioni militari internazionali e il “pacchetto di stabilità” per l’Afghanistan.