È una guerra che non concede tregue quella che si combatte in mare. Più di 700 morti solo negli ultimi giorni se si mettono insieme le vittime dei barconi carichi fino all’inverosimile di disperati naufragati al largo della Libia, di Malta e dell’Egitto. «E’ una crisi umanitaria senza precedenti» denuncia Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, mentre l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni parla di «omicidi di massa perpetrati da criminali senza scrupoli».

L’ultimo di questi omicidi di massa è avvenuto due notti fa al largo delle coste libiche, a nord della città di Tajoura e ha riguardato un barcone con a bordo circa 200 migranti. Stando a quanto dichiarato da un portavoce della guardia costiera libica, Ayub Qassem, almeno 160 di loro sono affogati dopo che l’imbarcazione sulla quale stavano tentando di attraversare il Mediterraneo è affondato poco dopo la partenza. Si sono salvati solo in 36, tra i quali tre donne ora ricoverate in ospedale. «Ci sono molti cadaveri in mare» ha detto Qassam dando un’immagine di quanto accaduto che non potrebbe essere più tragica. E che ricorda quanto avvenuto sempre in Libia il 24 agosto scorso quando, in seguito a un altro naufragio, morirono 250 persone i cui cadaveri vennero allineati su una spiaggia.

Ma in queste ore l’attenzione è centrata sul naufragio avvenuto la scorsa settimana 300 miglia a sud est di Malta. Si sapeva che i dispersi potevano essere decine, ma ieri l’Oim ha riportato la testimonianza di due sopravvissuti, due ragazzi fuggiti da Gaza, secondo i quali i morti sarebbero non meno di 500. «Se questa storia, sulla quale sta indagano al polizia, sarà confermata – afferma l’Oim – sarebbe il naufragio più grave degli ultimi anni». Stando al racconto dei due ragazzi il barcone sarebbe partito il 6 settembre da Damietta, in Egitto. A bordo soprattutto siriani, egiziani e sudanesi, tra i quali anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. Il naufragio sarebbe stato provocato dagli stessi scafisti come vendetta contro i migranti che si erano ribellati ai loro ordini. «Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni, mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di ’saltare’ su un’ennesima nave più piccola e precaria». Capendo il pericolo, i migranti i sono rifiutati di obbedire, scatenando così la reazione degli scafisti che hanno speronato la carretta sulla quali trovavano. la maggior parte delle persone che si trovavano a bordo son o affogate , prosegue l’Oim, mentre le altre sono riuscite a sopravvivere aggrappandosi a mezzi di fortuna.

Il conteggio delle vittime va aggiornato infine con i 98 migranti morti nei naufragi avvenuti tra sabato e domenica in Egitto e ancora in Libia.

Di fronte a questi numeri l’Europa sembra no saper fare altro che stare a guardare, incapace di trovare soluzioni politiche che possano finalmente mettere fine al traffico di uomini. «L’unico modo per rendere impotenti questi criminali è cominciare ad aprire canali legali di entrata in Europa per tutte quelle persone, uomini, donne e bambini, che fuggono dai loro Paesi in cerca di protezione«, spiega l’Oim. Un progetto che va in questa direzione c’è già e prevede l’apertura di uffici dell’Unhcr e dell’Unione europea nei Paesi di transito dei migranti in modo da poter esaminare lì le domande di asilo trasferendo poi i migranti in Europa. Questo metterebbe fine alle traversate fatte con le carrette del mare e darebbe un duro colpo ai trafficanti di uomini che, in una Libia sempre più nel caos, sembrano essere gli unici capaci di passare indenni in mezzo alla guerra civile continuando ad arricchirsi organizzando le traversate. Traversate che, con l’approssimarsi della cattiva stagione, in questi giorni diventano per forza di cose sempre più numerose.

Anziché imboccare la strada delle accoglienze umanitarie, però, l’Europa sembra invece prestare attenzione soprattutto alle proprie frontiere. Come non ha mancato di sottolineato anche ieri il ministro degli Interni Alfano ansioso di mettere fine alla missione Mare nostrum, l’unica che negli ultimi undici mesi è stata capace di dare una risposta concreta al dramma degli sbarchi salvando più di 110 mila persone, 3000 solo nell’ultimo fine settimana. «Frontex plus sarà diversa da Mare nostrum – ha detto Alfano – sarà più vicina alle coste italiane, nello spazio Schengen, ed affermerà il principio che quella è una frontiera europea».