Il Salone del Libro di Torino è giunto alla sua ventinovesima edizione di cui il programma è stato presentato ieri alla Fondazione Merz di Torino da Giovanna Milella (Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura ) insieme a Ernesto Ferrero (Direttore Editoriale del Salone), sostenuta dalla presenza di alcune cariche istituzionali tra cui Sergio Chiamparino, Piero Fassino, Régis Faure, infine Arnaldo Colasanti e Rossana Rummo – entrambi rappresentanti dei due Ministeri con i quali il Salone ha appena stretto un Protocollo d’Intesa per l’ingresso quali nuovi Soci Fondatori.

L’edizione 2016 ha come tema «Visioni» perché dedicato a molte figure che, fuori di metafora, hanno saputo guardare lontano, tra cui Michel Serres, Christophe Galfard, Roberto Cingolani e Samantha Cristoforetti. Dal 12 al 16 maggio, 1000 editori e altrettanti i convegni e dibattiti animeranno il Lingotto. Più di 500 gli operatori internazionali all’International Book Forum, oltre 250 stranieri e professionisti della filiera editoriale tra i più autorevoli in Europa, Flammarion, Gallimard, ma anche Piper, Suhrkamp, Anagrama, Narcea per citarne solo alcuni.

Invece di un unico paese ospite, quest’anno il Salone adotta una formula diffusa di un focus dedicato alle culture arabe. Un esperimento declinato al plurale che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe fornire lo spettro «geoculturale» di un orizzonte molto vasto, un pezzo di mondo niente affatto compatto e che si cercherà di accogliere con la cura adeguata all’impresa, grazie soprattutto alla competenza di un nutrito gruppo di arabisti italiani e internazionali, che fanno capo a Paola Caridi e a Lucia Sorbera dell’Università di Sidney. Tra i tanti ospiti il direttore del Bardo di Tunisi Moncef Ben Moussa, lo scrittore Tahar Ben Jelloun e il poeta siriano-libanese Adonis.

Ci sarà spazio per l’Algeria, con l’atteso e discusso Boualem Sansal e Yasmina Khadra. Sarà la volta di scrittrici e analiste egiziane come Ahdaf Soueif e May Telmissany; e poi palestinesi come il cantautore Nabil Salameh e molti altri. Spicca per importanza Shirin Ebadi, prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la pace. Ma anche Marie Kondo, Michael Cunningham o l’emergente russo Andrej Astvarsaturov.

Il Salone del libro di Torino 2016 ospita due importanti mostre. Una attiene all’esposizione dei manoscritti autografi dei 33 Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci. All’interno di 4 teche appositamente realizzate con accanto due schermi touch che consentiranno ai visitatori e alle visitatrici di leggere, sfogliare e ingrandire digitalmente tutte le pagine dei Quaderni. Altra originale occasione è La Guerra di Piero, ricostruzione dello studio-biblioteca dello storico Piero Melograni.

In collaborazione con la Regione Piemonte, «Lingua Madre», a cui è legato il concorso omonimo che quest’anno è alla sua undicesima edizione, porta al Lingotto il ricordo di due grandi scrittrici e femministe come Fatima Mernissi e Assia Djebar. Poi l’incontro con il giovane scrittore egiziano Saleem Haddad che raccongterà dei ragazzi di Piazza Tahrir, e con la scrittrice marocchina Leila Slimani. Il progetto «Officina» sarà invece preposto ad appuntamenti con i librai indipendenti a cui si aggiungeranno quelli con i bibliotecari. Luoghi «in grande trasformazione, sono non di rado veri e propri avamposti nel deserto».