Martedì 5 agosto la fondazione Teatro valle Bene Comune è stata convocata al primo incontro con il teatro di Roma per discutere sulla convenzione che verrà stipulata in vista di un futuro “teatro partecipato”. L’assemblea dell’occupazione del più antico teatro della Capitale intende inserire in questo atto i principi ispiratori dello statuto della fondazione che vanta 5600 soci e un capitale sociale complessivo di 250 mila euro. “Siamo felici di aver aperto per noi e per la città uno spazio che sta diventando terreno di costruzione e di confronto – affermano – la scelta di fare emergere pubblicamente il dialogo con le istituzioni è irrinunciabile per affermare una nuova pratica politica fuori dalla logica della trattativa privata”. L’esito di questo percorso “non è da darsi per scontato”, aggiungono gli occupanti. In caso di soluzione positiva lasceranno il teatro domenica 10 agosto. L’intesa con il Campidoglio è stata salutata come “un successo straordinario” dall’assessore romano alla cultura Giovanna Marinelli secondo la quale l’11 agosto inizieranno i lavori della soprintendenza. “Se qualcuno cercasse di usare questi giorni come un diversivo sarebbe inaccettabile” sostiene Marinelli. Per la destra cittadina, invece, la soluzione prospettata per il Valle corrisponde alla “legalizzazione dell’occupazione”. “A Roma – chiosa Maurizio Gasparri (Fi) – occupare non è reato”. Oggi dalle 15 al Valle si terrà un’assemblea nazionale per discutere sulla proposta da presentare al tavolo.