I Sinodi delle Chiese metodiste e valdesi non trascurano mai la situazione sociale e politica. E così è stato anche per quello di quest’anno che si è chiuso ieri a Torre Pellice (To). No alle guerre «giustificate nel nome di Dio» e di «un dio armato che incoraggia la violenza e lo spargimento del sangue dei suoi figli e delle sue figlie», si legge nell’ordine del giorno approvato ieri nel quale, oltre a esprimere «solidarietà alle comunità civili, etniche e religiose colpite», si chiede alla comunità internazionale di attivarsi per la protezione delle vittime attraverso l’azione diplomatica e l’apertura di canali umanitari, e all’Onu di adottare misure e strategie che fermino le stragi, proteggano i civili e consentano l’avvio di negoziati. Fra le righe, con evidente riferimento alla decisione di fornire armi ai Kurdi contro l’Isis, una bacchettata all’Italia, «esportatore di politiche e strumenti di guerra» anziché «costruttore di pace».

Nell’odg sull’immigrazione viene ribadita «l’importanza del progetto Mare Nostrum e di ogni altra simile azione di salvataggio in mare», e si segnala l’urgenza che governo italiano e Ue «adottino politiche volte a sottrarre le persone alla necessità di affrontare viaggi tanto pericolosi, mettendosi nelle mani di organizzazioni criminali che lucrano sulla vita di esseri umani, per chiedere asilo politico o ottenere lo status di rifugiati o per ricerca di migliori condizioni di vita». Due temi – guerra e immigrazione – attorno ai quali appare ampia la sintonia con la Chiesa cattolica, rafforzata dal fatto che per la prima volta al Sinodo, tramite il segretario di Stato vaticano, è arrivato un «saluto fraterno» direttamente dal papa (che però ha invocato «l’intercessione della Vergine Maria»: non del tutto politically correct rivolgendosi alla comunità valdese e metodista).

Le distanze si allargano quando si parla di testamento biologico. L’assemblea denuncia la «deplorevole lentezza con cui il legislatore affronta i temi eticamente sensibili, vedendo in questo una mancanza di rispetto della coscienza dei cittadini» ed auspica la creazione di un coordinamento delle numerose chiese locali (valdesi e metodiste). La questione della violenza di genere – contro la quale le Chiese valdesi impegnano anche cospicue risorse dell’otto per mille – è stato un altro tema portante e la pastora Maria Bonfade annuncia il lancio di un appello ecumenico. «Abbiamo già avuto un primo riscontro positivo dalla Cei», spiega. A proposito di otto per mille, c’è stato un grande incremento: 613mila italiani hanno firmato per i valdesi (+7%), che contano appena 30mila fedeli, per un totale di 41 milioni di euro.