La voce delle donne iraniane, la poetessa iraniana Simin Behbahani, è morta martedì all’età di 87 anni. Aveva difeso i diritti delle donne nel suo paese. Secondo la stampa locale, ricoverata in un ospedale di Tehran dal 6 agosto scorso, Behbahani soffriva di gravi problemi respiratori. Figlia del poeta e traduttore persiano, Abbas Khalili, Behabahni faceva parte di Kanun-e Zanan (Associazione di donne).
Le sue poesie, classiche o colloquiali e legate alla tradizionale prosa persiana, sono state spesso usate in canzoni pop da noti cantautori iraniani. Tra le sue opere principali ricordiamo le raccolte di poesie Setar Shekaste («Il Setar rotto») e An mard, marde hamraham («Quell’uomo, il mio compagno di strada») entrambe in «ghazal» (forma poetica persiana e urdu, composta da cinque distici, il secondo verso di ogni distico finisce in rima). Behbahani ha scritto anche numerosi racconti e interviste.
Detta la «Leonessa» da molti letterati iraniani, la poetessa iraniana aveva studiato legge all’Università di Tehran, aveva ricevuto il premio Simone de Beauvoir per le libertà delle donne nel 2009 ed è stata varie volte candidata al premio Nobel per la letteratura. Bahebani per anni ha insegnato francese alle scuole medie Namus, Dar ol-Moallemat, a Tehran ed è stata presidente dell’Associazione degli scrittori iraniani «Kanun e-Nevisandegan», movimento di attivisti e intellettuali laici e socialisti. «Posso essere vecchio ma, se ne ho la possibilità, imparerò», sono le parole tratte dai versi di Behbahani, usate in un video dal presidente degli Stati uniti Barack Obama per augurare un buon Norooz (anno nuovo persiano) agli iraniani.
Il professore di Letteratura persiana dell’Università di Tehran, Sayed Hamidian ha ricordato l’impegno sociale e politico di Behbahani: «una capacità che non ho riscontrato nei poemi di altre poetessa della sua generazione», ha sostenuto il docente. Eppure proprio l’impegno per i diritti delle donne di Behbahani è stato spesso preso di mira dalle autorità iraniane.
Nel 2010, gli ultraconservatori le impedirono di lasciare il paese per prendere parte alla Giornata internazionale della donna, organizzata a Parigi. Venne fermata e interrogata per una notte nell’aeroporto di Tehran. Nel 2006, un quotidiano riformista venne chiuso dopo aver pubblicato una delle sue poesie anti-regime, come confermato in seguito da uno dei caporedattori. Behbahani prese posizione nel 2009 contro la rielezione dell’ex presidente Mahmud Ahmadinejad che diede il via alle proteste anti-regime, note come «Onda verde».
Eppure la lotta per una più ampia libertà di espressione non ha mai fine in Iran. L’Associazione dei giornalisti iraniani (Aij) ha scritto una lettera al presidente moderato Hassan Rohani per la riapertura del sindacato dei giornalisti. Una proposta di legge dei tecnocrati prevede l’apertura di un altro organo di rappresentanza, con minori diritti rispetto all’Aij, chiuso nel 2009. Già nel gennaio di quest’anno, 770 giornalisti avevano chiesto la riapertura dell’Aij, voluta dal presidente riformista Mohammed Khatami nel 1997.