Stato di agitazione dei lavoratori di Sky Italia e un pacchetto di quattro giorni di sciopero contro i 200 esuberi e i 300 trasferimenti dalla sede di Roma in via Salaria al quartiere generale italiano della multinazionale di Santa Giulia a Rogoredo (Milano). Lo ha deciso ieri sera l’assemblea dei lavoratori che ha affidato le sue decisioni al comitato di redazione contro una decisione dell’amministratore delegato Andrea Zappia «che sradica un telegiornale che fin dalla prima edizione nel 2003 va in onda da Roma e che qui ha costruito la sua credibilità».

ANCHE LA POLITICA si muove sul caso Sky che rischia, dopo il licenziamento di 1.666 lavoratori Almaviva, di aprire un’emergenza occupazionale nel settore del terziario avanzato della Capitale. Un duro colpo per una città strangolata dalle politiche dell’austerità e dalla disciplina inflessibile del piano di rientro del suo immenso debito. I deputati Pd Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Roberto Morassut, Marco Miccoli e Ileana Piazzoni hanno inviato una lettera al ministro dello Sviluppo Carlo Calenda chiedendo al governo di intervenire come in altre vertenze.

IL SINDACO DI MILANO Beppe Sala ha lanciato nel frattempo la sfida al campanilismo televisivo Roma-Milano. Sala ha colto la giornata meno felice per intervenire sulle voci dello spostamento della redazione del Tg2 a Milano e ha speso qualche parola anche sul caso Sky. «Credo che sia il momento che la Rai faccia qualcosa di più per portare parte dell’informazione a Milano, è giusto che la Rai si decida, dopo tante discussioni, a portare qualcosa a Milano – ha detto – Su Sky c’è un punto che non ho ancora approfondito che è quello degli esuberi e chiederò all’a.d. che me lo spieghi. La parte positiva è il trasferimento a Milano del Tg. Obiettivamente Milano è una capitale dell’informazione e dell’audiovisivo, io prendo questa notizia anche come stimolo e rilancio sulla Rai».

MENTRE SALA «approfondirà» il tema degli esuberi con Zappia, a Roma il problema è vissuto in maniera più concreta e meno cinica. L’invito alla sindaca Raggi e al presidente della regione Lazio Zingaretti a prendere posizione è stato rivolto da Lazzaro Pappagallo segretario di Stampa romana già martedì: «Non si può subire in silenzio una scelta che marginalizza sul piano industriale e editoriale il ruolo della città». «Metteremo in campo tutti gli strumenti possibili per impedire questa ulteriore grave perdita per la città – è intervenuto Zingaretti – Questa però è una crisi di sistema, Roma sta perdendo la sua capacità attrattiva. Le parole di Sala dimostrano la sua vulnerabilità. Tutte le istituzioni iniziano a fare la propria parte o di trasferimenti come quelli di Sky ne vedremo sempre di più».

AI DEPUTATI DEL PD l’uscita di Sala non è piaciuta , ma al momento fa rumore il silenzio della sindaca Raggi sul caso Sky. È diventato l’occasione di un attacco politico: «Quelle di Sala sono sentimenti comprensibili, sconosciuti alla sindaca Raggi. Basta però campanilismo, l’informazione deve stare dov’è la politica, cioè nella Capitale» ha detto Anzaldi. Per l’ex candidato sindaco Pd Giachetti «l’amministrazione è immobile».

SOLIDARIETÀ AI COLLEGHI SKY è arrivata dal sindacato dei giornalisti Rai: «La decisione dell’azienda è incomprensibile – afferma il segretario Usigrai Vittorio di Trapani – Dev’essere giustificata da motivazioni economiche molto chiare e inconfutabili. L’impressione è che in realtà sia solo l’ennesima prova di forza contro i lavoratori e i sindacati. Non a caso l’ad di Sky ha ritirato fuori il trito e ritrito presunto problema di regole obsolete. Saremo al fianco dei lavoratori per chiedere il rispetto dei loro diritti».

«ZAPPIA HA RAGIONE – sostiene il segretario Fnsi Raffaele Lorusso – i sono regole obsolete. Soltanto in Italia, infatti, viene consentito ad un operatore come Sky di operare nel mercato della raccolta pubblicitaria, sostanzialmente senza limiti sottraendo risorse agli altri operatori della radiotelevisione e alla carta stampata. Dovrà prendere atto che Fnsi è intenzionata a fare rispettare in ogni sede e con i propri legali le regole sugli esuberi e i trasferimenti per evitare che si traducano in una mortificazione delle professionalità e in un impoverimento dell’informazione».