«Le uscite a sinistra spesso hanno portato come risultato di favorire gli avversari, e loro così stanno facendo il gioco della destra». L’accusa di intelligenza con il nemico, grande classico delle scissioni, ieri è arrivata. Anche se in questo caso il paradosso è che il nemico, almeno un pezzo del nemico, è un alleato di governo. Ieri Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, ha attaccato quelli che escono dal suo partito. Alfredo D’Attorre, dal banco degli imputati, respinge l’accusa al mittente: «Se deve trovare chi fa più il gioco della destra non a parole ma con le scelte concrete, non ha che da rivolgersi al segretario di cui è vice».

Probabilmente è solo un assaggio delle polemiche dei prossimi giorni. Perché gli anti renziani del parlamento da ora tenteranno l’opera di erosione del Pd. Oggi al Teatro Quirino di Roma va in scena la presentazione del nuovo gruppo di Montecitorio, «Sinistra italiana», nome che ha il pregio della chiarezza. La coincidenza con l’anniversario della Rivoluzione sovietica è casuale: la maggior parte dei presenti non l’ha mai festeggiata per età e per convinzione. Del «Sì» faranno parte i deputati eletti con Sel, gli ex Pd Fassina, Gregori, D’Attorre, Folino e Galli, l’ex Sel Claudio Fava. Ma «altri arriveranno presto», giura D’Attorre, che a un appello ai suoi ex compagni di partito: «A chi è ancora nel Pd voglio dire che purtroppo bisogna guardare in faccia la realtà, anche se è doloroso, come lo è stato per me. In questo Pd per la sinistra non c’è possibilità di incidere. E questo apre ancora più il campo al M5S».

La chiamata non è rivolta solo ai parlamentari. In alcune città saranno promosse iniziative per presentare i nuovi gruppi, «terminali sociali», come li ha definiti Stefano Rodotà. Un documento intitolato «Ricostruire la sinistra per il lavoro e per l’Italia» circola nella ’base’ Pd insofferente al partito della nazione. Nei prossimi mesi si vedrà con quali effetti. Vuole essere «un «nuovo inizio, non una cosa rossa», sottolinea D’Attorre. Certo una nuova formazione di sinistra (o di recupero delle culture del centrosinistra, a seconda di chi parla) a cui da tempo si lavora anche nella sinistra radicale. I percorsi non sono sempre convergenti, fin qui. Negli negli scorsi giorni è stato approvato un documento comune fra Sel, Prc, Altra Europa con Tsipras, Act, Possibile (Civati) e Futuro a sinistra (Fassina) per l’avvio della fase costituente di un «nuovo soggetto». L’unità della compagnia è la scommessa dei prossimi mesi, dalle amministrative di giugno.

«La sinistra è in crisi eppure di una sinistra si sente, oggi più che mai, il bisogno», è l’appello un gruppo di docenti universitari, economisti, intellettuali rivolto alla platea romana. Aprirà le danze un messaggio della presidente della Camera Laura Boldrini, poi il vero calcio di inizio sarà di Stefano Fassina, l’ex ministro del governo Letta, primo ad abbandonare il Pd renziano insieme alla deputata romana Monica Gregori. Nel pomeriggio chiuderà l’assemblea Arturo Scotto, capogruppo di Sel e ora di «Sì». In mezzo, oltre ai compagni di partito, parleranno studenti, lavoratori, esodati e altre realtà di cui il nuovo gruppo vuole essere appunto «terminale sociale». Ci sarà anche Francesca Chiavacci dell’Arci. Manderà un messaggio Sergio Cofferati, ex Pd doc, che benedice l’iniziativa. C’è chi annuncia una componente di «Sinistra italiana» anche nel gruppo misto del senato. Ma non subito: a frenare sono i due senatori ex M5S Bocchino e Campanella, oggi dell’Altra Europa: «Siamo coinvolti nel percorso costituente di una nuova forza della sinistra. Ma l’atto di iscrizione al gruppo avverrà in un secondo momento», spiega il primo. E Campanella: «Vogliamo fare da ponte fra Sel e le altre realtà che si muovono nella stessa direzione. Mi auguro che presto saremo tutti insieme, anche con Civati». In realtà Civati lavora a una componente autonoma nel gruppo misto della camera. «Uniremo insieme esperienze finora divise per offrire al Paese un’agenda credibile di cambiamento», assicura Nichi Vendola. Per D’Attorre «la novità è che chi usciva dal Pd rimaneva disperso. Da domani parte un grande processo unitario, c’è un riferimento che adesso è parlamentare e poi si strutturerà nei territori e l’anno prossimo ci sarà il processo di costruzione del partito vero e proprio».