Via Annunziata attraversa la zona della Maddalena, collegando il mercato della Duchesca con Forcella, a pochi passi c’è la Stazione centrale. A mezzogiorno è un via vai di napoletani attratti dalle bancarelle con la merce a basso prezzo, i banchi dei commercianti locali accanto a quelli dei migranti. Ieri mattina la routine viene interrotta da un ragazzo: si avvicina a un senegalese che vende borse e pellami e cominciano a litigare fino a venire alle mani. Si tratta di una richiesta di pizzo da parti di un clan locale ma niente da fare, viene mandato via. Dopo pochi minuti la ritorsione: arrivano in quattro o cinque armati di bastoni, si avvicinano allo stesso venditore per picchiarlo. Quando arrivano gli altri ambulanti si scatena una rissa, uno del commando tira fuori la pistola e spara a terra. Una dimostrazione di forza, come le tante «stese», le scorribande a mano armata che da alcuni anni si ripetono nel centro e in periferia, messe in atto dalle nuove leve dei clan.

Poteva scapparci il morto, come a Forcella la notte del 31 dicembre 2015 quando venne ucciso Maicol Giuseppe Russo da una pallottola vagante, sparata da un commando di giovani camorristi. Ieri i colpi di pistola sono schizzati sul selciato: una bambina napoletana di dieci anni, che passava per caso col padre commerciante, è stata colpita al piede destro; due senegalesi di 36 e 38 anni sono stati presi di striscio mentre il più grave, un connazionale di 32 anni, è stato ferito alla gamba. La bambina è stata portata all’ospedale pediatrico Santobono, dove i medici le hanno estratto la pallottola. I tre sono stati trasportati all’ospedale Loreto Mare. Il raid punitivo ha fatto crescere la tensione tra gli ambulanti migranti che, ieri mattina, hanno provato a organizzare una protesta nella zona della Duchesca, poi rientrata, perché temono di essere estromessi dal mercato. Resta molta rabbia e potrebbero esserci proteste nei prossimi giorni.

La polizia sta passando al setaccio le telecamere per cercare di identificare gli autori. C’è un precedente molto vicino nel tempo: il 24 dicembre alcuni extracomunitari vennero aggrediti nella stessa zona. Nel rione comanda il clan dei Mazzarella, una delle famiglie storiche di camorra del centro storico. Il regno dei Mazzarella (cominciato con il contrabbando di sigarette), negli anni d’oro si estendeva su Forcella, Duchesca, Poggioreale, a est nel quartiere di San Giovanni e sul lungomare nel Pallonetto di Santa Lucia. Lo scorso ottobre i carabinieri hanno arrestato otto componenti del clan per associazione mafiosa, estorsione, rapina, ricettazione e commercio di prodotti con marchi contraffatti aggravato da finalità mafiose: gli affiliati avrebbero imposto il pizzo nel mercato della Maddalena ai commercianti e agli ambulanti.

Francesco Chirico, presidente della Municipalità, è intervenuto ieri per criticare l’invio dei militari, deciso l’anno scorso dal governo: «La situazione nel rione è cambiata, il comune ha investito tanto, ci sono scuole e un forte associazionismo. Ma ora bisogna intervenire con azioni investigative: non servono risorse per soldatini di piombo, ovvero l’esercito, ma servono più uomini e soldi ai carabinieri e ai commissariati di polizia». E spiega: «Con lo sfociare del terrorismo di matrice islamista, la comunità musulmana è stata ancora più accolta dal popolo. Resta il problema di queste persone che spesso vengono assoldate dalla camorra per vendere merci contraffatte. Vengono qui alla ricerca di una vita dignitosa e restano schiavi della malavita organizzata». Si è fatto sentire anche il parroco di Forcella, Luigi Calemme, che ha partecipato alle manifestazioni di Un Popolo in cammino, un movimento iniziato alla Sanità dopo l’ennesima vittima innocente, Genny Cesarano, ucciso a settembre 2015 da una stesa di camorra: «Più volte abbiamo sottolineato la vulnerabilità di un popolo che vive in una città complessa e contraddittoria. La violenza è così ricorrente che bisogna difendere questa gente, aiutandola a resta e a stare bene. Chiediamo maggiore sicurezza e fiducia per chi abita qui».

Il governatore Vincenzo De Luca i tre senegalesi non li nomina: «Riteniamo intollerabile e odioso questo episodio che ha colpito anche una bambina nel cuore di Forcella. Continueremo a estendere nella città gli impianti di videosorveglianza». In serata è arrivato il commento del sindaco, Luigi de Magistris: «Non c’è alcuna emergenza sicurezza, anzi negli ultimi mesi abbiamo visto un calo dei reati. La prevenzione del crimine chiama in causa lo stato, il governo, il prefetto e le istituzioni responsabili. Napoli non vuole più chinare la testa, un manipolo di delinquenti non può condizionare un mercato. Ci affidiamo alla competenza delle forze dell’ordine. Il prefetto mandi il messaggio al governo: questa città ha bisogno di un potenziamento delle risorse a disposizione».