Era ormai solo questione di tempo: in pochi credevano ormai che Klaus Wowereit avesse davanti a sé ancora una lunga vita politica. E martedì scorso è arrivato l’annuncio: il 60enne sindaco-governatore di Berlino (città con il rango di land) si dimetterà dal proprio incarico il prossimo 11 dicembre, ritirandosi a vita privata. Esce dunque di scena uno dei principali protagonisti della storia recente della Repubblica federale: socialdemocratico, per 13 anni alla guida della capitale, è stato il primo uomo politico tedesco di rilievo a dichiarare apertamente la propria omosessualità in un famoso coming out dalla tribuna del congresso della Spd nel 2001.

Popolarissimo e molto amato dai suoi concittadini per molti anni, sempre in predicato di fare il candidato cancelliere, cominciò a perdere smalto con i primi guai legati alla costruzione infinita del nuovo aeroporto internazionale della capitale tedesca. Alle elezioni locali del 2011 riuscì a ridurre il danno, ma scelse poi di allearsi con i democristiani della Cdu, inimicandosi non poco la parte più progressista e libertaria della città. Da allora, i sondaggi di opinione non hanno fatto altro che registrare cali di consenso, complice il disastro nella vicenda del nuovo scalo ancora non in funzione, e nella Spd berlinese è cresciuta l’insofferenza nei suoi confronti. Wowereit ha deciso ora di trarre le conseguenze da una situazione che, se fosse andata ancora per le lunghe, avrebbe potuto danneggiare in modo irreparabile il suo partito.

Alle dimissioni del sindaco non faranno seguito elezioni anticipate: salvo sorprese, la coalizione Spd-Cdu andrà avanti fino alla scadenza naturale della legislatura cittadina nel 2016. A sostituire Wowereit (che i berlinesi chiamano semplicemente «Wowi») sarà il socialdemocratico che vincerà le primarie indette dalla Spd della capitale fra i propri 17mila iscritti, in una data ancora da definirsi. I democristiani, alleati minori nella grosse Koalition di Berlino città, lasciano fare, confidando nel fatto che, al di là dei nomi, la linea politica (fatta soprattutto di risparmi) non cambierà.

Domani si chiudono i termini per la presentazione delle candidature alle primarie. In lizza, per ora, sono in tre: l’assessore all’urbanistica Michael Müller, il segretario del partito cittadino Jan Stöss e il capogruppo in consiglio comunale (ma la dizione ufficiale è Abgeordnetenhaus, «Camera dei deputati») Raed Saleh. Negli equilibri interni al partito il più a sinistra è Stöss (anch’egli gay dichiarato come Wowereit), la cui affermazione potrebbe essere letta come segnale di avvicinamento alla Linke e ai Verdi. La vittoria del 37enne Saleh, invece, sarebbe una piccola rivoluzione simbolica, perché diventerebbe sindaco-governatore della capitale tedesca un uomo nato in Palestina, in un paesino della Cisgiordania nei pressi di Nablus, emigrato a Berlino a cinque anni con i genitori. Il suo primo lavoro: commesso in una filiale della catena di fast food Burger King.