«La commozione non è riservata soltanto ai padri, può essere una madre che parla al proprio figlio. È un argomento per certi versi scabroso: un genitore che parla di amore, passione e di sesso a un figlio». Gaetano Curreri, cuore pulsante degli Stadio da più di trent’anni, racconta così la sua Un giorno mi dirai, in gara al Festival. Il pezzo fa da apripista a un nuovo album di inediti, Miss Nostalgia, titolo che contiene un sentimento familiare ai fan del gruppo, da sempre narratori di dolce malinconia «È vero ma non credo di essere una persona malinconica» spiega Curreri «Nostalgico sì perché mi piace pensare alle cose che ho vissuto come a degli esercizi di vita che mi permettono di affrontare meglio il futuro, in perfetta sintonia insomma con quello che mi fece cantare Roberto Roversi in Chiedimi chi erano i Beatles «Voi che li avete girati nei dischi e gridati, voi che li avete aspettati ascoltati bruciati e poi scordati, voi dovete insegnarci con tutte le cose». Tanti uomini della mia età fingono di fare ancora i giovani ma non lo siamo, siamo persone vissute che devono raccontarsi agli altri, anche i propri errori»
A proposito di giovani, nel disco incontriamo due nuovi autori, Vincenza Casati e Giorgio Riccardo Galassi. Come li hai scoperti?

Vincenza me l’ha presentata Saverio Grande (autore insieme a Curreri della maggior parte delle musiche del disco). Mi ha parlato di lei e ho subito voluto conoscerla perché già in passato avevo lavorato con un’altra autrice, Pina Baldassari, con la quale ho scritto pagine importanti della discografia degli Stadio. Nella factory degli Stadio abbiamo finalmente un’altra donna che scrive e Vincenza, in Rimini, ha perfettamente raccontato il mio mondo. Giorgio Riccardo è un vero poeta, fan sfegatato di Roberto Roversi che si è integrato subito con noi e che ha scritto una bellissima canzone dal titolo L’autunno ti dona. La factory, come amo definirla, per me è basilare perché la mia vita e la mia attività musicale l’ho costruita, fin dall’inizio, sul collettivo: a partire da Vasco, passando per Lucio Dalla fino a Luca Carboni, coi quali ho immaginato un futuro musicale che per fortuna si è realizzato

Restando sui giovani, da qualche anno Sanremo si è aperto anche al rap e all’hip-hop, generi che spesso hanno campionato brani degli Stadio, ad esempio i Colle Der Fomento hanno costruito la loro Vita su un sample di Porno in tv…

Si, anche Frankie Hi-Nrg ha utilizzato qualche nota di Acqua e Sapone. Mi piace che i giovani si riconoscano in questi suoni, ne sono davvero orgoglioso. Ne parlavo pochi giorni fa con Alessio Bertallot che insieme a Hyst, Mistaman, Frank Siciliano, Kiave, Stokka e Dj Tsura, hanno fatto una «variazione» del brano di Lucio Dalla Noi Come Voi, modificandolo secondo la tecnica dei dj: sviluppando alcune sue parti strumentali e irrobustendo la parte ritmica. Anche noi, in Miss Nostalgia, abbiamo ripreso la canzone, un brano di un’attualità disarmante. Lucio si era immaginato due ragazzi, che si innamorano, dentro un barcone che fugge da un paese dove scoppia una guerra. Noi, nel 1983, non pensavamo certo che l’Italia diventasse il paese razzista di oggi, a Bologna nessuno pensava che un nero potesse diventare pericoloso mentre adesso sono la minaccia, gente da allontanare. Dobbiamo essere pronti ma non impauriti, a questa emergenza: queste famiglie sono alla ricerca di una vita migliore che si meritano, che devono avere, che nessuno può impedirgli di non avere.

Nella serata delle cover di giovedì, omaggerete Dalla con La sera dei miracoli…

Abbiamo scelto quel brano perché riassume in maniera straordinaria la sua capacità di narrazione, musicale e non. Lucio la scrisse una sera, uscendo per le vie di Roma quando c’era l’Estate romana di Nicolini. Oggi la notte viene «interpretata» come sballo, come casino, allora era spettacolo, gioia, cultura. Nostalgico? Forse sì, sperando che questi tempi possano trasformarsi in giorni migliori.