Una regione paralizzata, stretta tra disservizi e gelo. Stritolata da perturbazioni che sembrano continueranno a flagellarla anche nei prossimi giorni e dall’incapacità di gestire l’emergenza di un’ondata di maltempo comunque annunciata. In questi giorni, tra l’altro, quando la neve ha deciso di scendere giù, con abbondanza, puntualmente molte strade sono state chiuse.

Sulla statale 16, sulla costa, c’è neve? Sulla statale 17, tra Roccaraso e Sulmona, ci sono inconvenienti? Ecco il provvedimento di chiusura. Vietato circolare, decide l’Anas. È successo diverse volte nelle ultime settimane. Non sono stati messi in campo i mezzi necessari, spartineve e spargisale. Si è preferito apporre i divieti. Fatto che ha mandato su tutte le furie, ad esempio, Federturismo Abruzzo. «Condividiamo la prudenza e la necessità di affrontare con tutti i protocolli di sicurezza la fase di emergenza, ma a quasi 60 ore dall’inizio della nevicata non si capisce la necessità di tenere chiuso il tratto della statale 17 da Sulmona a Castel di Sangro (L’Aquila), una delle arterie più importanti dell’Appennino. – ha attaccato, nei giorni scorsi, Dario Colecchi, presidente dell’associazione di categoria – La strategia con cui Anas sta affrontando l’emergenza neve crea enormi disservizi che vanificano i grandi sforzi sostenuti da tutte le componenti del comparto turismo per proporre un’offerta tra le più competitive del Paese». Penalizzate anche le zone di Scanno e Pescasseroli (L’Aquila).

Non è andata meglio per le strade provinciali, molte delle quali non sono state pulite. E così, dal 4 gennaio, nevicata dopo nevicata, bufera dopo bufera, sulle arterie si sono accumulate metri di neve. «Non abbiamo i mezzi, non ci sono fondi disponibili», ripetono i presidenti delle Province, «svuotate di soldi, uomini e mezzi. E sui territori nessuno in sostituzione e senza una organizzazione e le risorse per riempire il vuoto. Lasciati soli. E oggi si sente tutto». Così niente pale, niente turbine, niente ruspe. E neppure convenzioni con i privati perché poi… «Chi li paga?». Spesso è successo che i pochi mezzi meccanici ancora in possesso delle Province si sono rotti, perché vecchi e senza manutenzione. E così decine e decine di paesi sono rimasti isolati, imbrigliati nella neve, tra la collera dei sindaci. E l’emergenza, in certi casi, è diventata dramma. Con centri irraggiungibili. Neppure i mezzi della Protezione civile, fino a questo momento, si sono visti spesso all’opera.