Una buona annata per il cinema sloveno e una buona 19° edizione del Festival di Portorose dedicato alla produzione nazionale. L’appuntamento di fine estate è di quelli da non mancare per gli addetti ai lavori della repubblica ai confini dell’Italia, che quest’anno ha festeggiato i 25 anni di indipendenza e i 20 della nascita della Cineteca di Lubiana. Come sempre la rassegna diretta da Igor Prassel ha presentato un’ampia selezione degli ultimi 12 mesi, tra lungometraggi, documentari, corti, film di coproduzione minoritaria e lavori studenteschi.

Il film dell’anno, vincitore del Vesna per il miglior lungometraggio (in giuria Sonja Prosenc Meta Mazaj, Rado Likon e Jure Maticic e Rok Predin) è stato Houston, We Have A Problem! di Žiga Virc. Un sorprendente mockumentary che ha debuttato al Tribeca, sta facendo il giro dei festival (Karlovy Vary, Zurigo, presto Londra) ed è candidato all’Oscar per la Slovenia. Commentata da Slavoj Zizek, è la vicenda tra scienza, storia, fantapolitica e fantascienza, di un programma spaziale jugoslavo venduto da Tito agli americani quando questi volevano fronteggiare la concorrenza sovietica. Nella realtà gli Usa mandarono tre astronauti sulla Luna, nel serrato film di Virc, realizzato mettendo insieme veri filmati di repertorio, finte interviste e ricostruzioni, acquistarono il piano e fecero arrivare da Belgrado ingegneri e tecnici, dei quali fu simulata la morte per farli scomparire nel nulla.

Pane per i denti dei complottisti, Houston, We Have A Problem! può anche essere letto come metafora, con lettura negativa della sua storia, della Jugoslavia: cuscinetto tra Usa e Urss, pronta a vendere qualcosa per andare avanti, produttrice di progetti che all’atto pratico non funzionavano. Un film molto classico nell’impostazione, ma affascinante nelle sue ipotesi, avvincente e molto curato, dal montaggio alle musiche alla fotografia in bianco e nero. Il successo del film è stato completato con il Vesna per il miglior attore protagonista a Ivan Pavic come Božidar Smiljanic, l’ingegnere che per 40 anni non avrebbe rivisto la sua famiglia, convinta che fosse finito in mare con l’auto, e al montatore Vladimir Gojun. Meriterebbe una distribuzione italiana.

Virc ha portato anche il bel corto A New Home, che la giuria ha forse ritenuto eccessivo premiare, con Nina Rakovec, attrice tra le più brave della scena slovena che può annoverare diverse interpreti di talento. Una giovane si trasferisce nel nuovo appartamento in un condominio ancora da finire, dove gli impianti ancora non funzionano. Per le strade vede accampati profughi e nell’edificio di fronte riconosce un’ombra scura che la intimorisce fino al sentirsi inseguita e al precipitare della situazione. Un film che esplora lo spazio tra conscio e inconscio, paura degli immigrati e riconoscimento di essere in colpa verso di loro.

Borders di Damjan Kozole, Vesna per il miglior documentario è stata un’altra delle rivelazioni del festival. Un unico piano sequenza di dieci minuti nella campagna, un’inquadratura fissa un po’ alla Kiarostami di una strada che fa una curva a gomito tra i prati. A un certo punto compare da lontano una colonna di profughi scortati dalla polizia, percorrono tutti la strada, sfilano davanti alla videocamera: Kozole (Spare Parts in concorso a Berlino 2003) li lascia passare tutti, finché resta il vuoto iniziale. Ogni volto porta una storia, li si osserva e si resta interdetti, in silenzio, quasi sbalzati dalle poltrone. E il tema dei profughi, che nell’ultimo anno ha toccato direttamente il Paese con il ritorno dei confini tra Slovenia e Croazia, è stato ricorrente.

Il premio del pubblico è andato all’avventura per ragazzi Vieni con me di Igor Sterk, di nuovo premio a Kozole, per la migliore regia, per il suo lungo Nightlife, un buon thriller notturno d’atmosfera con una donna che si deve confrontare con le sue paure più profonde dopo una grave aggressione al marito. Tra i documentari musicali, una segnalazione merita Following The Traces Of Punk di Dunja Danial sulla scena hardcore e dintorni dalla fine degli anni ’80 al decennio scorso, soprattutto la stagione degli anni ’90 fatta di occupazioni (compreso l’ex carcere lubianese Metelkova), nuovi gruppi e concerti ovunque.