Vi leggo alcune regole della scuola scritte da un maestro mio amico che qualche anno fa è morto e si chiamava Mario Lodi. Io ve le leggo e voi mi dite che cosa vogliono dire secondo voi, va bene? Ecco la prima: La scuola è un luogo tranquillo dove si impara, si vive in gruppo e si sta bene.

«Vuol dire che a scuola, per essere tranquilli, si deve cercare di urlare poco e parlare con la voce un po’ bassa e uno alla volta. Poi bisogna accontentarsi». «Secondo me vuol dire che per stare bene a scuola non bisogna vergognarsi: per esempio di sbagliare. Perché poi a scuola i bambini vengono anche per imparare». «Per me si capisce che la scuola è un luogo tranquillo se nessun bambino si fa male, magari mentre sta giocando. Per non farsi male bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. Non bisogna fare giochi pericolosi tipo arrampicarsi troppo in alto perché se dopo cadi ti puoi fare più male. Non bisogna fare finta di cadere e poi cadere, perché dopo sei caduto ugualmente». «Vuol dire che per stare bene a scuola, non dico sempre, ma ogni tanto bisogna un po’ divertirsi». «Vuol dire che a scuola io sto bene se mi piace quello che faccio».

C’è qualcun altro che vuole dire la sua?

«Per me questa regola vuol dire che nella nostra scuola si sta bene se a mensa c’è la pizza e dopo c’è anche il gelato. E poi non bisogna essere troppo invidiosi. Non bisogna pensare troppo a chi è meglio di te o ha delle cose più belle di te. Bisogna stare calmi. Fare qualche cosa di diver-so per distrarsi. Non vendicarsi. Accontentarsi delle proprie cose».

Bene, passo a un’altra regola: A scuola è bello stare insieme, essere amici e scambiarsi le cose. Ogni bambino ha dei diritti, ma anche dei doveri verso gli altri. Mi dite cosa vuol dire per voi?

«Questa regola vuol dire che a scuola ci sono i diritti, cioè le cose che devono fare gli altri per te, ma anche i doveri, cioè le cose che devi fare tu per gli altri». «La regola dice che per imparare a scambiarsi le cose bisogna prestarsele senza paura che dopo un tuo amico o una tua amica te le ruba o te le rompe. Altrimenti dopo lei non le presta a te». «Secondo me questa regola vuol dire che i bambini che vanno a scuola hanno il dovere di impegnarsi, ma hanno anche dei diritti. Per esempio di andare in bagno quando gli viene di fare i suoi bisogni». «Per me può voler dire anche un’altra cosa: cioè che ogni bambino ha il diritto di piangere e, mentre piange, di capire perché piange». «Per me, se un bambino ha un gioco e un altro bambino un altro gioco, scambiandoseli, ognuno di loro ha due giochi invece di uno». «Un dovere dei bambini, per me, è quello di non perdersi».

Bene, passo alla terza regola: Ogni bambino ha diritto ad essere rispettato. Cosa vuol dire?

«Vuol dire che ci dobbiamo tutti aiutare». «Vuol dire che a scuola non sono più bravi i maschi e più belle le femmine, ma siamo tutti bravi uguali e siamo tutti belli uguali, maschi e femmine». «Quando giochi a nascondino, per esempio, devi far gio-care tutti, sia femmine sia maschi, anche se magari hanno la lingua, la razza o la religione diversa dalla tua». «Per me questa regola ci spiega che noi dobbiamo sopportare anche gli antipatici».

Cosa vuol dire rispettare?

«Rispettare vuole dire non costringere mai un bambino a fare qualcosa che non vuole fare». «Vuol dire che in Italia siamo tutti importanti, non solo chi va in tv». «Vuol dire che a scuola non c’è differenza tra maschi e femmine, tranne per i bagni». «Vuol dire che possono venire nella nostra scuola anche i bambini disabili, cioè che sono nati con una malattia molto grave che non si può mai curare. Perché loro possono fare ugualmente dei miglioramenti». «Vuol dire che se siamo amici siamo più felici».