Cosa è successo oggi a mensa?

«Nessuno poteva parlare». «Nessun bambino. Nessuna bambina. Di nessuna classe». «Perché prima potevamo parlare, negli altri giorni, tutti gli altri giorni, ma fecevamo molta confusione». «Non potevamo parlare perché c’era stato troppo casino all’inizio». «Urlavano, dei bambini!». «A mensa oggi non abbiamo parlato perché le maestre si sono arrabbiate. Si sono arrabbiate tutte. Io non ho capito perché». «Perché c’era troppa confusione. Non si riusciva a parlare». «Per me non ci hanno fatto parlare per punizione». «Avete detto che se non impariamo a parlare sottovoce, a mensa non si può più parlare. Così non si poteva più parlare. Perché dei bambini non riescono a parlare sottovoce. Io invece ci riesco». «Non si può stare con i bambini piccoli che parlano sempre e ti fanno prendere le punizioni!». «Anche dei bambini di quarta e quinta parlavano forte. Urlavano. Si tiravano del pane». «Io però non ho capito una cosa: se erano i più piccoli a fare confusione e a strillare, cioè quelli di prima e di seconda, perché siamo dovuti stare in silenzio tutti? Per me questa cosa non è giusta». «Non è vero che erano solo i piccoli. Eravamo anche noi. Erano un po’ tutti».

Mi dite cosa avete pensato mentre mangiavate in silenzio?

«Io pensavo che c’era silenzio». «Io tra un po’ mi addormentavo». «Io mi sono stupito che riuscivamo a stare tutti in silenzio anche perché nella nostra scuola ci sono a mensa più di cento o duecento bambini». «A me non è piaciuto perché io quando mangio sono abituato a parlare, a casa mia. O a parlare o a guardare la televisione che parla per me». «Io mi sono dispiaciuto perché le maestre si erano arrabbiate moltissimo». «Io penso che domani, forse, possiamo ancora parlare un po’, però non dobbiamo urlare». «Io penso che è impossibile che facciamo po’ confusione perché siamo troppi, a mensa. Se uno dice solo una parola, sono già cento parole. Insomma, non è facile stare in silenzio». «Ma noi non dobbiamo stare in silenzio, dobbiamo… Dobbiamo solo parlare più piano». «Io credo che le maestre si erano stancate, avevano male alle orecchie». «A me è piaciuto mangiare in silenzio perché mi sembrava di mangiare più piano». «Anche a me è piaciuto perché si sentivano solo il rumore dei piatti e delle forchette». «A me non è piaciuta, la mensa, perché io preferisco quando c’è da mangiare la pizza».

Prima, in sala insegnanti, ho sentito che le altre maestre pensano di farvi mangiare sempre in silenzio, se non riuscite a fare più piano. E io ho detto che sono d’accordo. Secondo voi è una buona scelta?

«Sempre in silenzio? No! Che schifo!». «Per me fate bene. Però solo se non impariamo a stare un po’ più composti e più silenziosi, altrimenti ci potreste anche far provare a parlare». «Io credo che ci sono dei bambini che non riescono a non parlare tutto il tempo della mensa». «Io ci sono riuscito benissimo. E’ facilissimo». «Se non possiamo parlare, io forse chiedo a mia mamma se posso non venire a mensa. Perché io ci vengo soprattutto per stare con i miei amici. Per parlare con loro». «Chi non riesce io lo so come si fa: basta metterlo in un tavolo da solo, così non può più parlare con nessuno e dopo vedrai che ci riesce a fare silenzio anche lui». «Per me fate bene a non farci parlare a mensa perché a scuola ci vuole più educazione. Anche mia mamma e mio papà me lo dicono sempre». «Per me fate bene solo un po’, ma dopo ci dovete far parlare, se parliamo piano». «Io dico che se noi non possiamo parlare, possiamo sempre pensare, mentre mangiamo». «Secondo me le maestre hanno pensato che così ci vogliono dare una lezione». «A me piace di più mangiare e parlare insieme, però. Non mangiare in silenzio. Perché se poi mangiamo sempre in silenzio a me non pare neppure che sono a scuola ma che sono a casa mia. Mi pare che mangio da solo anche se siamo in tanti». «Secondo me le maestre hanno ragione perché sono loro che comandano, non siamo noi bambine». «Per me bisogna che facciamo un po’ più di silenzio e dopo voi ci fate subito parlare ancora». «Per me se tu parli mentre mangi, ti può andare anche il mangiare di traverso e perciò è meglio che impariamo a mangiare senza parlare perché dopo ci possiamo fare male alla gola».