Il congresso straordinario di Syriza si terrà ad febbraio, in modo da ufficializzare la nuova linea del partito, dopo la scissione di agosto e la vittoria elettorale nelle elezioni di tre settimane fa. Una decisione che mira anche a favorire il rafforzamento organizzativo della Coalizione della Sinistra Radicale, dopo la decisione di alcuni responsabili di seguire Panajotis Lafazanis nella nuova esperienza politica di Unità Popolare. Alexis Tsipras, dal canto suo, nel suo intervento al comitato centrale del partito, ha voluto riferirsi nuovamente alle priorità del governo e di Syriza, per l’immediato futuro. «Le classi popolari, con le alte percentuali che ci hanno regalato nei quartieri popolari di Atene, del Pireo, e di tutta la Grecia, rappresentano, al contempo, un impegno e la bussola per le nostre priorità politiche. Non dobbiamo deluderle», ha sottolineato il leader greco.

Questa è la primaria responsabilità, tanto per il governo, quanto per il partito. Per quanto riguarda, Syriza più nello specifico, Tsipras ha chiesto che si apra a tutta la realtà, ai movimenti, e soprattutto ai giovani. «Da domani inizia l’iscrizione di nuovi membri e ci incamminiamo verso un congresso aperto alla società», ha aggiunto, rifiutando «qualunque tipo di politica fatta a porte chiuse e influenzata dalla sospettosità».

Passando ai compiti del governo, il primo ministro ellenico ha insistito sul fatto che l’obiettivo del suo esecutivo è riuscire, nell’arco dei prossimi quattro anni di legislatura, ad aiutare il paese a lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi economica. Si parte dalla riforma della sanità pubblica, per garantire a tutti l’assistenza necessaria, e in agenda c’è anche la riforma del sistema scolastico.

Tra gli obiettivi prioritari, la lotta alla corruzione ed all’evasione fiscale, ma anche quella del sistema pensionistico, dove il governo dovrà cercare di limitare il più possibile i tagli alle pensioni al di sotto dei mille euro. Lo scoglio più difficile da superare è costituito dalla prima valutazione dei «progressi» fatti nell’applicazione del memorandum di agosto, da parte delle istituzioni creditrici. Condizione necessaria perché possa partire la trattativa sulla riduzione del debito.

Tsipras si impegna a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e quindi a proteggere le classi sociali più deboli dalla voracità dei creditori : chi ha debiti verso le banche, chi non può pagare le tasse perché è rimasto senza reddito, chi non riesce a ritrovare lavoro. Secondo le ultime stime, il 30% dei greci non pagheranno, quest’anno, la tassa sulla casa, la cui prima rata scade a fine mese.

Per parlare del futuro del paese, domani e dopodomani sarà ad Atene il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici. «Penso che il momento apicale della crisi greca sia ormai alle nostre spalle», ha dichiarato in una intervista al Wall Street Journal . Secondo la percezione di Moscovici «tra i paesi membri dell’Eurozona non c’ è la volontà di dare il via libera ad un taglio del debito greco», ma «potrebbero prendere in considerazione un suo ridisegno complessivo». Vale a dire con scadenze più lunghe o tassi di interesse più bassi, sempre però, dopo la prima valutazione dei «progressi» compiuti dalla Grecia nell’applicazione del memorandum, che dovrebbe concludersi al massimo entro fine novembre.

E dopo la sconfitta elettorale del 20 settembre, tornano a farsi sentire i partiti dell’ opposizione. I comunisti ortodossi del Kke, criticano l’operato del governo, accusato di insensibilità verso agricoltori e dipendenti del settore pubblico e privato. Ma la cosa strana, se non surreale, è che anche i socialisti del Pasok e i centristi del Potami (Fiume) facciano sapere che «non sosterranno alcuna misura recessiva». Ma non si erano schierati a favore del memorandum, senza se e senza ma, mentre Tsipras cercava un compromesso sostenibile?