L’occupazione del teatro Valle terminerà domenica 10 agosto. Il tempo necessario per definire la convenzione proposta alla fondazione «Teatro Valle Bene Comune» proposta dal teatro di Roma a nome dell’assessore alla cultura della Capitale Giovanna Marinelli che ha riconosciuto il valore artistico, culturale e politico di questa esperienza.

Per gli attivisti che ieri hanno tenuto una conferenza stampa alla Camera, ospitati da Celeste Costantino a nome del gruppo parlamente di Sinistra Ecologia e Libertà, questo tempo potrà essere impiegato in «una serie di incontri con l’assessorato e il teatro di Roma» utili a verificare la loro effettiva disponibilità ad accettare i principi di una lotta iniziata tre anni, il 14 giugno 2011, all’indomani della vittoria referendaria sull’acqua pubblica: la turnarietà delle cariche del futuro «teatro partecipato»; la formazione permanente per attori e maestranze; la creazione di un laboratorio per la drammaturgia contemporanea; una politica popolare dei prezzi d’ingresso; chiamata pubblica e a progetto per la direzione artistica del teatro; rispetto dei diritti dei lavoratori: nessun contratto atipico e riduzione al minimo tra le paghe dei dirigenti e quelle degli artisti o dei tecnici; infine, gestione equa delle risorse economiche.

«Non siamo interessati alla gestione diretta del teatro – hanno ribadito – ma a strutturare questi principi che sono il risultato del lavoro politico di tre anni di occupazione. Vogliamo così riempire il concetto di “teatro partecipato” avanzato dal teatro di Roma con queste pratiche e costruire una nuova istituzione, unica in Italia».

«Tre anni di impegno e resistenza artistica hanno scongiurato la privatizzazione del teatro Valle – hanno aggiunto – e ora vogliamo che i principi che hanno generato questa esperienza rimangano nel dna del nuovo progetto». Quanto all’ipotesi di ospitare le attività di laboratorio e lo spettacolo «Il Macello di Giobbe» di Fausto Paravidino prodotte dal Valle occupato nelle strutture dirette da Antonio Calbi del teatro di Roma, gli attivisti hanno voluto fugare ogni dubbio su una «trattativa privata»: «Non siamo interessati -.hanno detto – Se il teatro di Roma procederà in questo senso, sarà una sua scelta. Noi siamo disponibili ad uscire dal teatro interrompendo le attività per arrivare all’accordo che recepisca i principi costituenti della fondazione».

Sui lavori di restauro e messa a norma del teatro, argomento usato dal Campidoglio per giustificare l’ultimatum del 31 luglio («uscita dal teatro, oppure sgombero»), gli occupanti chiedono un pronunciamento sui tempi e sulle modalità. «Il teatro di Roma sostiene che il Valle resterà chiuso per 8-10 mesi – hanno detto – Ma è una valutazione da fare insieme. Vogliamo capire se c’è un capitolato di spesa, se ci sono i fondi, quali sono i lavori da fare. C’è differenza tra messa a norma e restauro. Abbiamo piena fiducia nella Soprintendenza. Nel caso della Pergola di Firenze i tempi dei lavori sono stati rispettati. Al Valle bisogna capire se c’è la possibilità di tenere aperto il teatro nel frattempo. Sarebbe una ferità alla città chiudere il teatro dopo quello che è accaduto in questi tre anni».

Soddisfatto il sindaco Marino che ha parlato di «ritorno alla legalità». «Ci sono dettagli su cui in queste ore sta lavorando l’assessore Marinelli. Nelle prossime ore vedremo, dopo gli ulteriori colloqui con l’assessore alla Cultura, quale sarà la decisione finale. Però certamente mi sembra che rispetto ai tre anni passati questo confronto sia un significativo passo in avanti ottenuto non attraverso scontri ma con un dialogo intelligente e costruttivo».

La posizione del Valle ha trovatol’«assoluta condivisione» di Michela Di Biase (Pd) e, tra gli altri, l’appoggio del parlamentare Pd Marco Miccoli. Per Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio, «inizia una fase nuova. Quella tra fondazione e teatro partecipato è una nuova relazione tra istituzioni e movimenti sui beni comuni». L’Arci auspica che la disponibilità del Valle «venga accolta dal Comune». In attesa della «notte dei desideri» del 10 agosto, il Valle resterà aperto e occupato.