Sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per un mese per avere tolto i crocefissi dalle aule dell’Istituto per geometri Sangallo di Terni durante le sue lezioni. La nuova Inquisizione si è accanita ieri su Franco Coppoli, docente di lettere, comminando una pena durissima alle convinzioni laiche, democratiche e repubblicane di un insegnante. Coppoli era stato sospeso per dodici giorni a settembre perché si era rifutato di interrompere la lezione durante un controllo in classe della polizia con i cani antidroga. La sospensione, giunta al termine di un procedimento disciplinare avviato ad inizio anno, è stata notificata ieri.

Coppoli farà ricorso al giudice del lavoro: «Una sanzione ingiustificata. Nell’ordinamento italiano non c’è alcuna legge che impone la presenza del crocefisso in classe nelle scuole superiori pubbliche, quindi non capisco quale legge io abbia violato». A dicembre a Trieste, il professore di filosofia Davide Zotti, per lo stesso comportamento, è stato sanzionato con una semplice censura dall’Usr Friuli. Un trattamento molto diverso è stato invece riservato a Coppoli.

Per Coppoli è una nuova sospensione. Era già accaduto nel 2009 quando fu sospeso per un mese dall’insegnamento per essersi rifiutato di ripristinare i crocifissi nell’aula della classe III A dell’Istituto professionale “Alessandro Casagrande” di Terni, dove all’epoca prestava servizio.

Solidarietà a Coppoli è arrivata dai Cobas: “E’ stato il fascismo a collocare nelle scuole e nei tribunali i crocefissi: ma pensavamo che il clericofascismo fosse relegato al passato, anche perché negli ultimi tempi la Corte di Cassazione ha giudicato la presenza dei crocifissi nelle scuole incompatibile con il principio di laicità dello Stato (Cassazione penale, sentenza Montagnana) e lesiva dei diritti di coscienza del pubblico impiegato, al punto da giustificare l’autodifesa del lavoratore (Cassazione civile, sentenza Tosti)”

E’ intervenuta l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar): «Il crocifisso – ha commentato Raffaele Carcano, segretario dell’Uaar – è presente nelle scuole pubbliche soltanto grazie al fascismo, e infatti questo provvedimento è indegno di uno stato democratico. E per questo motivo continueremo a stare al fianco del prof. Coppoli e di chiunque combatte battaglie di civiltà come la sua».