Prima lo scoppio, poi i vetri in frantumi e le fiamme. È l’1,20 della notte tra venerdì e sabato e un’area della Cavallerizza Reale, cuore della lotta a difesa dei beni comuni, brucia. Le fiamme divampano nei locali e nel magazzino del Circolo beni demaniali. Si tratta di un rogo. Sicuramente doloso, si saprà ore dopo.

A dare l’allarme sono stati alcuni giovani che assistevano al concerto jazz organizzato dall’Assemblea Cavallerizza 14:45, che il 23 maggio scorso ha occupato una parte del complesso architettonico, protetto dall’Unesco, per impedire la vendita ai privati decisa dall’amministrazione Fassino.

I Vigili del fuoco hanno spento le fiamme, ma i danni al Circolo sono ingenti, il tetto è distrutto. E la preoccupazione rimane alta, anche da parte delle istituzioni che parlano di gesto gravissimo. Gli assessori alla Polizia Municipale, Giuliana Tedesco, e al Patrimonio, Gianguido Passoni, hanno chiesto la convocazione di un tavolo straordinario in Prefettura. Non ci sarebbero più dubbi sull’origine dolosa: i carabinieri hanno trovato 5 bottiglie di liquido infiammabile e rotoli di tovaglie di carta imbevute dello stesso liquido.

Ma gli interrogativi si sommano: a chi darebbero fastidio il Circolo beni demaniali, su cui pende un’ingiunzione di sfratto, o l’Assemblea 14:45? Il Circolo ricreativo, fondato nel 1948, occupa l’area verso via Rossini. È vicino di casa della ben più recente Assemblea, con cui i rapporti “sono ottimi”. Gli occupanti hanno espresso totale solidarietà e supporto. Quello di ieri non è il primo episodio intimidatorio nei confronti del presidente del Circolo Gianni Galliano: “Mi hanno bucato le gomme dell’auto, rubato soldi”. Tutto inizia da quando ha espresso appoggio e simpatia nei confronti dell’Assemblea. Posizione forse non gradita a qualcuno. “Difficile rispondere, mi faccio domande: qualche lobby vorrebbe abbassare il prezzo di una struttura che dopo l’incendio può essere solo riedificata?” si chiede Galliano.