Sabato di tensione nel centro di Torino. Da una parte il blindatissimo comizio di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, dall’altro il network antagonista e antirazzista (studenti, centri sociali, migranti sindacati di base, Rifondazione) che, ritrovatosi in piazza Castello per la manifestazione «Mai con Salvini», ha provato ad avvicinarsi a piazza Solferino, dove era atteso il leader del Carroccio. Ma con risultati negativi.

Le forze dell’ordine hanno respinto il tentativo con una carica, manganellate e fitto lancio di lacrimogeni tra via XX Settembre e via Pietro Micca. Due i feriti tra i manifestanti e otto i fermati. La contestazione, partita già giovedì sera con un corteo a San Salvario, è proseguita, ieri pomeriggio, con lo slogan «Lega ladrona Torino non perdona», barricate improvvisate e tafferugli nelle vie del centro, in mezzo allo shopping e alle iniziative del week-end. Ezio Locatelli, segretario Prc, ha dichiarato che Rifondazione non si è prestata a scontri di piazza ma condanna «l’uso smodato della forza pubblica, vicino a piazza Castello gremita da bambini, e la demagogia della Lega».

La piazza di Matteo Salvini, presenti anche i fascisti del terzo millennio di Casa Pound, ha invocato le dimissioni del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, per il nuovo caso firme false, che sta mettendo a rischio la legislatura a guida Pd. Quasi un déjà vu a parti inverse, un contrappasso in salsa piemontese. La Lega, che aveva perso il governatore a causa di un caso analogo, ha presentato un ricorso su presunte irregolarità della lista «Chiamparino presidente». Il ricorso è stato accettato dal Tar e Chiamparino lo scorso febbraio ha comunicato alla direzione Pd di essere pronto a dare le dimissioni se il 9 luglio, data fissata dal Tribunale per la decisione, non arriverà una sentenza di assoluzione.

«La prossima volta che verrò a manifestare a Torino – ha attaccato Salvini – voglio poterlo fare in tranquillità, con voi e noi qui dal palco a dirci le cose che vogliamo, senza questo brutto clima. Un clima di tensione che non vorrei invece facesse comodo a qualcuno, alla sinistra, a Renzi, a Chiamparino o certi media per contrastare la Lega che sta crescendo».