La buona notizia c’è, di sicuro. «La notizia buona è che – dice Augusto De Sanctis, del coordinamento “No Ombrina” – per la prima volta a questi petrolieri viene dato un sonoro sganassone». Il ministero dello Sviluppo economico ha, infatti, rigettato, integralmente o in parte, 27 istanze – tra concessioni di coltivazione, permessi di ricerca e di prospezione – presentate da varie multinazionali per avere la possibilità di perlustrare e/o estrarre gas e greggio a ridosso delle spiagge del Belpaese. I progetti – e sono 9 – entro le 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri), da nord a sud della Penisola, sono stati azzerati. Cassati. Per altri 18 è scattata la riperimetrazione, cioè sono stati rimodulati: pezzi di territorio, sempre ricadenti entro le 12 miglia, sono stati «ritagliati» e salvati dalle perforazioni.
A dare la notizia è lo stesso Mise che, con una nota, comunica «l’avvenuto rigetto delle istanze di permesso di ricerca e concessione di coltivazione di idrocarburi – tra cui “Ombrina Mare” – rientranti…» nelle 12 miglia marine, «ai sensi del comma 239, articolo 1, della Legge di stabilità 2016». Sull’ultimo Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse «sono stati pubblicati in estratto tutti i provvedimenti di rigetto, parziale o totale». Provvedimenti giunti dopo proteste e mezze rivolte, perché c’è un’Italia che le trivelle non le vuole. E lo sta dimostrando.
«Si tratta – afferma il coordinamento nazionale “No triv” – di una prima vittoria, ottenuta grazie al referendum promosso da 10 Consigli regionali e sostenuto con convinzione da 200 associazioni e 100 personalità del mondo della cultura, delle scienze e delle arti. Va ricordato, infatti, che i contenuti di 3 dei 6 quesiti referendari – su tutti nell’ottobre scorso si era avuto il giudizio positivo della Cassazione – sono stati recepiti dal governo, che li ha inseriti nella legge di stabilità». «Il rigetto dei provvedimenti – sottolinea Enzo Di Salvatore, costituzionalista e autore dei quesiti referendari – è un concreto risultato. Il governo non ha avuto altra scelta, segno che il referendum è tema sentito a livello nazionale: per questo è necessario andare fino in fondo».
Le 9 istanze definitivamente cancellate sono delle società Northen Petroleum, Apennine Energy, Petroceltic Italia (2 istanze), Eni Spa (4) e Rockhopper Italia: quest’ultima, dopo Medoilgas, stava portando avanti, in Abruzzo, la realizzazione della contestatissima piattaforma «Ombrina mare» che viene così seppellita «dopo 8 anni di lotta – ricorda il coordinamento No Ombrina – che ha visto la partecipazione di movimenti, centri sociali, associazioni, diocesi, Comuni, sindacati, Province e, in parte, anche della Regione».
Le altre istanze rimosse riguardano il Canale di Sicilia, la Basilicata, la Calabria e quindi lo Ionio e altre porzioni dell’Adriatico: tra esse spiccava quella dell’Eni dinanzi agli ombrelloni di Rimini.
La notizia è buona, si diceva, ma… «I provvedimenti del governo riguardano solo i procedimenti in corso – spiega Carmela Lapadula dei No Triv – , non permessi e concessioni già rilasciati, come ad esempio quello recente riguardante le Isole Tremiti». «Ombrina Mare – dichiara Donatella Bianchi, presidente Wwf – sarebbe stato uno scempio, proprio mentre si fanno finalmente i passi necessari per la costituzione del Parco nazionale della Costa Teatina. Ma non dimentichiamo gli altri fronti aperti, dal Canale di Sicilia alle Diomedee. Secondo il recente report Medtrends appena completato dal Wwf (Mediterranean Marine Initiative), oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione all’industria petrolifera ed, entro il 2030, la produzione di gas offshore verrà quintuplicata, soprattutto nell’area orientale del bacino. Per l’Italia sono previste 40 istanze di permesso di ricerca e 9 di coltivazione e le aree più bersagliate sono il medio e basso Adriatico, il Canale di Sicilia e la Sardegna occidentale». «Non dimentichiamo – riprende Augusto De Sanctis – che in Italia, tra mare e terra, sono aperti 442 procedimenti amministrativi riguardo ai titoli minerari: si tratta di domande in corso o di progetti in attuazione, per i quali si sta già estraendo. E oltre le 12 miglia? E’ il far west. Non si ha neppure idea di che cosa stia combinando il ministero».