È possibile che il presidente eletto Donald Trump nei prossimi giorni possa nominare altri membri della squadra di governo, dopo una serie di incontri che si sono svolti al suo golf club in New Jersey. Nei giorni passati Trump ha incontrato James N. Mattis, un generale in pensione del corpo dei marines, che sembra essere il concorrente principale al ruolo di segretario alla difesa.

Il falco Mattis è conosciuto nell’esercito con i nomignoli di «cane rabbioso» e «monaco-guerriero» e – come Trump – è un fiero oppositore dell’Irandeal e autore di «massime» diventate famose tra i marines, come «Siate gentili, siate professionali, ma abbiate anche un piano per ammazzare chiunque incontriate». Mattis ha sostituito David Petraeus al comando dello United States Central Command, dove è rimasto fino al 2013, avendo la responsabilità strategica di tutto il Medio Oriente, incluse le operazioni militari in Iraq e Afghanistan. Per assumere l’incarico di segretario della Difesa Mattis avrebbe bisogno di un permesso speciale da parte del Congresso visto che la legge americana prevede che il capo del Pentagono sia un civile da almeno sette anni, ma visto che i repubblicani controllano Capitol Hill questo non dovrebbe essere un grosso problema; al momento il presidente eletto ha twittato la bella impressione che ha avuto di Mattis definendolo «un vero generale».

Un altro ruolo che si va delineando è quello di Jared Kushner, genero di Trump, uomo chiave di questa campagna. Anche in questo caso ci sarebbe un piccolo intoppo: stando alla legge antinepotismo del 1967, i membri della famiglia non possono assumere incarichi di governo, ma pare che per Kushner si stia ritagliando un ruolo alla Casa bianca e la via della nomina paradossalmente la indica il precedente di Hillary Clinton. Ai tempi della presidenza Clinton, quando era first lady, Hillary venne nominata responsabile dell’unità di riforma della sanità nazionale dopo aver decretato che la legge antinepotismo non riguarda le nomine alla Casa bianca.

Ma già ora il marito di Ivanka ha molto potere. Figlio di un ricco costruttore del New Jersey con trascorsi galeotti per evasione fiscale, Kushner è il motore che ha fatto fuori dai grandi giochi il governatore del New Jersey Christie, in quanto è stato proprio Christie, quando era procuratore in quello Stato, a far condannare suo padre. Mentre la squadra si forma si evincono anche le politiche che l’amministrazione Trump porterà avanti.

In materia di immigrazione, uno dei temi più controversi della campagna elettorale, si è espresso Priebus, il capo dello staff presidenziale, comunicando che al momento non è allo studio la compilazione di «un registro basato sulla religione»; si cercherà «di sospendere temporaneamente l’arrivo da alcune aree di immigrati negli Usa fino a che un miglior sistema di controlli non sarà in vigore. Quello che stiamo cercando di dire è che ci sono alcune persone, non tutte, che sono radicalizzate e per le quali dovremmo prevenire l’ingresso nel paese».

Chi si è espresso in modo più chiaro è stato Steve Bannon. In un’intervista rilasciata a Hollywood Reporter, Bannon ha espresso il suo programma e ha precisato: «non sono un nazionalista bianco. Sono un nazionalista. Un nazionalista economico. Sono come Thomas Cromwell alla corte dei Tudor», ovvero il falco che giocò un ruolo fondamentale nella Riforma della Chiesa Anglicana alla corte del Re d’Inghilterra Enrico VIII. Per Bannon i democratici, i liberal ed i media che controllano, sono ciechi e destinati al fallimento: «Stiamo creando un sistema politico nuovo. Tutto è legato ai posti di lavoro e io sono quello che spinge per un piano per le infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari. Con i tassi di interesse negativi nel mondo, c’è una grande opportunità per ricostruire tutto. Sarà bello come negli anni del 1930, meglio della rivoluzione di Reagan».

Secondo Bannon il successo del programma dell’amministrazione Trump annichilerà i democratici e terrà questi repubblicani al potere per i prossimi 50 anni.