Con un occhio alla ex troika e un altro alla sinistra interna, Alexis Tsipras festeggia i 41 anni incassando il sì della Bce alla riapertura della Borsa e trovandosi in casa, nel suo quartire di Kypseli un mega-raduno della Piattaforma di sinistra. L’opposizione interna di Syriza ha infatti radunato i suoi militanti nel palazzetto dello Sport di Panellinios,   capeggiata dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafasanis e con in prima fila uno scoppiettante Manolis Glezos, il partigiano ultranovantenne famoso per aver ammainato la bandiera nazista dal Partenone e pronto a battagliare contro il governo Tsipras dopo averlo sostenuto. Una manifestazione convocata per festeggiare un altro compleanno, il quinto del sito web  Iskra, che è stata interpretata come una dimostrazione di forza degli oppositori in vista del congresso straordinario del partito, in programma a settembre, e nella quale Lafazanis ha criticato la firma dell’accordo con i creditori («l’errore è stato di non avere la volontà politica di seguire, se necessario, la strada di uscita dall’eurozona») ma, con qualche artificio retorico, ha affermato di sostenere ancora il governo «per applicare il programma radicale con il quale siamo stati eletti, per rispondere al no del referendum, ai Memorandum e all’austerità». Viceversa, ha detto Lafazanis, «non sostengo un governo che firma nuovi Memorandum e li applica». Poi ha avvertito Tsipras: «Se il governo si identificherà alla fine con i nuovi e vecchi Memorandum  non si troverà di fronte solo me ma la grande maggioranza di Syriza, quasi tutta la gente democratica, progressista e di sinistra».
Duro anche Manolis Glezos, che ha affermato di considerare «il terzo Memorandum il peggiore perché è stato firmato dal Megaro Maximou (la sede del governo Tsipras, ndr)». La soluzione di Glesos è: «Né rottura né sottomissione, facciamo una tregua con i creditori. Non prendiamo prestiti così non avremo bisogno di restituirli».
La divaricazione tra le due anime del partito sul piano strategico, innanzitutto, al momento pare difficilmente conciliabile.  Tsipras, che oggi rilascerà una lunga intervista alla radio del partito Kokkino, ha chiesto un congresso straordinario aperto alla società per avviare un «processo collettivo» in un partito che fin dall’inizio è un coacervo di movimenti e organizzazioni della sinistra radicale che pian piano si sono mescolate e fuse. Ma, ha precisato nella riunione della Segreteria politica, «obbligo di tutti noi è salvaguardare l’unità di Syriza», obiettivo che condivide con il segretario generale Tasos Koronakis.
Ma è evidente che gli equilibri interni del governo si giocano soprattutto fuori: sarà la capacità di Tsipras e compagni di non applicare le parti peggiori del Memorandum e di varare misure «compensative» efficaci a determinarne le sorti. Sarebbe difficile presentarsi dinanzi al proprio popolo dopo aver varato misure di austerità pesanti come quelle che le istituzioni chiederebbero ancora di approvare (su tutte quella delle pensioni, con un taglio drammatico del 30 per cento).
La road map di Tsipras prevede  l’accordo per un terzo piano di aiuti entro il 20 agosto, lo show down del congresso per poi andare al voto anticipato in autunno (sono state fatte diverse ipotesi, l’ultima prevede le elezioni l’8 novembre).
Ieri sono entrati alla Ragioneria dello Stato i tecnici della ex troika, coprendosi i volti per timore di ritorsioni. Oggi, con l’arrivo dei capi-missione delle istituzioni, cominciano i negoziati veri e propri: sono in arrivo Delia Velculescu (denominata «Draculescu» quando era a Cipro) per il Fmi, Declan Costello per  la Commissione Europea e Rasmus Rueffer per la Bce. Ci sarà pure un rappresentante del Meccanismo europeo di stabilità: si tratta dell’italiano Nicola Giammarioli.