Tre palestinesi e un cittadino giordano sono stati uccisi tra giovedì e venerdì dalle forze di polizia e dell’esercito di Israele dopo aver, secondo la versione ufficiale, colpito o tentato di colpire coloni e militari israeliani. Giovedì notte Muhammad Sarahin, 21 anni, ricercato dai servizi israeliani è stato ucciso a Beit Ula durante un raid di truppe scelte nel villaggio di Beit Ula dove era nascosto. Ieri a Gerusalemme, nei pressi della Porta di Damasco, Said Amr, 28 anni, giunto giovedì dalla Giordania, avrebbe tentato di pugnalare un poliziotto israeliano ma è stato subito abbattuto dagli spari di altri agenti. Nei pressi di Kiryat Arba, alle porte di Hebron, una coppia di palestinesi a bordo di un’auto avrebbe investito intenzionalmente tre coloni israeliani. L’autista Musa Khaddour, 18 anni, è stato ucciso dalle raffiche sparate da soldati che hanno anche ferito la sua fidanzata Raghad Khaddour, sorella di Majd Khaddour ucciso nello stesso punto lo scorso giugno. Infine ieri pomeriggio a Tel Rumeida (Hebron) è stato ucciso un altro palestinese che aveva ferito un soldato. «L’uccisione dei (nostri) martiri indica che Israele vuole l’escalation» ha commentato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen.