Non è la prima volta che accade. Ma adesso la macchina del fango per screditare la straordinaria esperienza di Riace e del sindaco Mimmo Lucano si è fatta più sofisticata. E’ un motore che si accende nell’ombra, che usa tecniche raffinate, che si insinua sotto mentite spoglie nel mare magnum della rete. In particolare da quando Lucano è stato accolto in Vaticano, ricevendo da papa Bergoglio attestati pubblici di stima. Contro il fango il sindaco di Riace ha reagito nel solo modo che ha ritenuto possibile: dimissioni a tempo e mandato rimesso alla cittadinanza.

Nella mattinata di ieri Lucano ha presentato al segretario comunale le sue dimissioni non irrevocabili. Entro 20 giorni infatti dovrà essere presa una decisione definitiva. «Metto nelle mani dei consiglieri la decisione su di me e sul mio operato – spiega al manifesto – Se ci sono delle incertezze è giusto che debbano emergere. Non voglio che ci siano ombre in grado di offuscare l’orizzonte politico che ha indicato una via alternativa soprattutto nelle municipalità. Non voglio che focolai di speranza vengano spenti per autorizzare chiunque a dire con i soliti luoghi comuni sulla politica ’ tanto sono tutti uguali’».

Ma cosa è successo in dettaglio? Da giorni su Youtube girano alcune registrazioni che hanno la pretesa di denunciare «Il vero Mimmo Lucano, colui che ha preso per il culo tutto il mondo», scrivono gli autori anonimi dei due file audio, con tanto di sottotitoli denigratori. Nelle registrazioni il sindaco parla con gli ex assessori Maurizio Cimino e Renzo Valilà di un finanziamento regionale per interventi contro il dissesto idrogeologico. Secondo gli audio, al vaglio degli inquirenti, i fondi sarebbero stati dirottati su un campo sportivo. «In quella registrazione – spiega il sindaco – raccontavo il mio incontro in regione, alla presenza del presidente Oliverio e del direttore generale, su un contributo finalizzato alla mitigazione del rischio idrogeologico lungo il torrente che attraversa Riace Marina. Con questi fondi sarebbe possibile valorizzare la superficie da mettere in sicurezza e renderla fruibile per attività ricreative per poi farla diventare con un ulteriore cofinanziamento un campo sportivo per fare felici i ragazzi di Riace e i tanti migranti. Dove sta il male di tutto questo?» chiede Lucano. Che a proposito del colloquio con i due ex assessori racconta: «Più che una conversazione pareva un interrogatorio. Mi facevano domande con insistenza. Sembravo sotto torchio».

Il sindaco di Riace in passato è stato anche oggetto di attenzioni particolari da parte della criminalità. Poco dopo la rielezione nel 2009, i mafiosi gli avvelenarono il cane e crivellarono con una dozzina di colpi le pareti della Trattoria Donna Rosa dove era a cena.

«Non ho mai chiesto niente a nessuno – dice ora Mimmo Lucano – incarichi, ruoli, candidature. Ho sempre rifiutato proposte politiche nazionali, anche insistenti. Continuo a fare il sindaco di strada in mezzo alle difficoltà per immaginare un riscatto possibile per questa terra avvolta da contraddizioni». E conclude: «Le mafie probabilmente hanno affinato la strategia».

I prossimi passi: consiglio comunale aperto e assemblea pubblica in piazza il 30 dicembre.