Relitti umani galleggianti in avanzato stato di decomposizione. In mezzo al mare o spiaggiati dove nessun europeo andrebbe in vacanza. Non ci sono immagini. Ce n’è abbastanza per derubricarli frettolosamente a numeri, altri numeri che servono a rimpolpare una classifica che quest’anno supererà ogni record: sono i cadaveri scomparsi nel mar Mediterraneo nel 2015. L’ultima strage è stata denunciata ieri dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) su segnalazione della Mezzaluna Rossa libica. Da domenica sarebbero stati avvistati al largo 95 esseri umani senza vita, “85 corpi rinvenuti in un’area ed altri 10 in una seconda”.

Fatta la somma, ecco l’aggiornamento settimanale dell’ecatombe fornito dall’Oim: i migranti morti dallo scorso gennaio sono “circa” tremila (2.987). Corrispondono a quasi i tre quarti dei migranti morti in tutto il mondo nel 2015. Sono la conferma di quanto ripetuto infinite volte dal direttore dell’Oim William Swing: “Il Mediterraneo resta la rotta più mortale per i migranti del nostro pianeta. Queste perdite umane sono inutili, completamente evitabili e assolutamente inaccettabili”. La conta dei vivi dice invece che le persone arrivate in Europa via mare sono 557.899, più del doppio del totale degli arrivi registrati nel corso del 2014 (219 mila persone).

[do action=”quote” autore=”Il direttore dell’Oim William Swing”]“Il Mediterraneo resta la rotta più mortale per i migranti del nostro pianeta. Queste perdite umane sono inutili, completamente evitabili e assolutamente inaccettabili”[/do]

Il flusso è e sarà inarrestabile. Solo al largo della Libia, dopo le circa duemila persone intercettate lunedì, ieri mattina sono stati salvati quasi 400 migranti. La “nostra” nave Corsi è intervenuta a 55 miglia dalla costa per soccorrere due gommoni in difficoltà con a bordo rispettivamente 109 e 89 persone, la Marina Militare invece ne ha recuperate altre 191 a bordo di altre due imbarcazioni.

Traffico intenso anche in Turchia dove in soli tre giorni la guardia costiera ha intercettato 1.451migranti in 45 diverse operazioni di salvataggio: quattro i corpi privi di via recuperati in mare (in totale dall’inizio dell’anno sono state fermate 56.697 persone).

Anche in Italia, dove tra due mesi dovrebbero entrare in funzione strutture di tipo carcerario per selezionare i richiedenti asilo da chi dovrà essere rispedito indietro, i cosiddetti “hotspot”, ogni giorno continuano ad arrivare centinaia di profughi. Tutti, dopo gli accertamenti sanitari, verranno avviati verso le destinazioni previste dal piano di riparto predisposto dal Ministero dell’Interno.

Ieri la nave Dattilo ha attraccato nel porto di Reggio Calabria con a bordo 717 migranti (533 uomini, 164 donne e 20 minori). Sarebbero tutti in buone condizioni, anche se le cronache segnalano “alcuni casi di scabbia” (servirà una pomata). Ad assistere alle operazioni di prima assistenza anche l’Autorità garante per l’infanzia con il compito di verificare il sistema di accoglienza per i minori non accompagnati.

Sulla sponda opposta dello stretto, nel porto di Messina, sempre ieri, la nave norvegese Siem Pilot ha accompagnato in terra ferma 239 migranti, tra cui 41 donne e molti minori, quasi tutti provenienti dall’Eritrea. Sempre in Sicilia, nel porto di Catania, poche ore dopo la nave militare inglese Enterprise ha scaricato 639 profughi salvati vicino alle coste libiche (470 uomini, 120 donne e 48 minorenni).

Gli ultimi sbarchi registrati ieri, decisamente fuori rotta rispetto al flusso consueto, sono avvenuti in Sardegna. Ieri mattina presto, lungo la statale provinciale 71, in località Domusdemaria (Cagliari), sono state avvistate 13 persone che poco prima erano a bordo di una piccola imbarcazione ritrovata in una spiaggia: un tunisino, dieci algerini e due siriani. Si tratta del terzo sbarco della giornata in Sardegna, altre due barche con 9 e 7 persone a bordo hanno raggiunto le coste di Porto Pino e del Poligono di Teulada.

Nell’orizzonte del porto di Vibo Valentia, invece, oggi si paleserà la nave militare irlandese Samuel Beckett con a bordo altri 470 migranti. Solo Vibo Valentia, in quattordici sbarchi, ha accolto circa seimila persone.

In totale, sulle coste italiane, solo ieri sono state tratte in salvo 2.094 persone. Basta questo numero per certificare l’insensatezza del piano che prevede le redistribuzione di appena 160 mila profughi in tutti i paesi d’Europa.