Una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, in quattro articoli, è stata depositata ieri in Corte di Cassazione. La presentano oggi alla camera dei deputati Stefano Rodotà e Maurizio Landini, con alcuni parlamentari e molti esponenti di associazioni.
La proposta modifica tre articoli della Costituzione (81, 97 e 119) e cancella il principio del «pareggio di bilancio» introdotto come furtivamente nella primavera del 2012 in regime di larghe intese e con Mario Monti al governo. Si tratta però di una proposta più ampia, una revisione costituzionale che esplicita l’obbligo per la finanza pubblica di rispettare «i diritti fondamentali delle persone» prima dei vincoli dell’austerità europea.
La raccolta delle firme comincerà mercoledì primo ottobre: servono 50mila sottoscrizioni in sei mesi e la data di partenza è stata scelta per evitare sovrapposizioni con il referendum anti austerità promosso da Piga e Baldassarri e sostenuto dalla Cgil, che si avvia faticosamente al traguardo. I promotori della proposta di legge di iniziativa parlamentare hanno scelto così di non contrapporsi al referendum, ma è evidente che a muovere questa seconda campagna sono anche i dubbi verso la prima. Dubbi che giuristi come Rodotà e Azzariti, ma anche Gianni Ferrara, hanno proposto anche sulle nostre pagine: sulla base della giurisprudenza costituzionale c’è il timore che la Consulta possa non ammettere i referendum. Da qui l’iniziativa popolare, che muove dal presupposto che l’Italia ha voluto strafare, non essendoci alcun obbligo europeo di inserire il vincolo del pareggio in Costituzione. Come si legge nella relazione che accompagna la proposta, «ciò comporta il gravissimo effetto di rendere immodificabili le politiche del rigore anche nell’ipotesi di un ravvedimento a livello europeo».
Aderisco all’iniziativa i parlamentari del Pd Civati e Fassina e dei Sel Marcon, Airaudo e Fratoianni (gli ultimi quattro tra i sostenitori anche del referendum). Oltre ad Azzariti partecipano oggi alla conferenza stampa Alez Zanotelli, Vinicio Albanesi, Andrea Baranes, Alberto Campailla, Vittorio Cogliati Dezza, Francesco Vignarca e molti altri.