La sofferenza economica e quella indiscriminata verso tutto e tutti ormai si confondono e si alimentano. Una forte risposta sindacale, extrasindacale, movimentista, del ceto medio, dei senza niente, ma anche una reazione di paura di chi, povero e ghettizzato, diventa carne da macello di una politica reazionaria pronta a generare mostri e a prendere di mira i più deboli, gli immigrati. Tra i quali purtroppo viene pescata la manovalanza della piccola criminalità quotidiana, che ferisce e indigna più di quella organizzata dalle forze e bande criminali che controllano larghe fette del nostro territorio.

Però la risposta operaia e quella battezzata come “sciopero sociale”, così come le esplosioni di xenofobia nelle nostre banlieue, non mostrano soltanto cosa c’è in gioco: mettono soprattutto in evidenza la necessità e l’urgenza di una risposta di sinistra alla ricetta simil-liberista del governo Renzi, che non solo non risolve ma aggrava e avvicina il declino del paese.

Non è inutile ricordare che senza un’inversione di rotta dell’Europa nessuna crisi nazionale potrà essere risolta. Tuttavia è altrettanto evidente che senza una risposta di sinistra nei paesi più colpiti dall’austerità nessun cambiamento europeo può prendere corpo. E purtroppo mentre in Spagna e in Grecia le forze di sinistra, Podemos e Syriza, hanno saputo costruire un largo consenso, dando vita a forze politiche popolari e credibili come alternativa di governo dei rispettivi paesi, qui siamo ancora molto, troppo lontani da qualcosa di simile.

In Italia serve un cambio di passo politico e culturale, tattico e di lungo respiro. Un cambio anche di leadership. E potrebbe essere di buon auspicio l’incontro di esperienze, leader politici e personalità della sinistra riuniti nei seicentesco Auditorium di S.Apollonia a Firenze sull’alternativa al renzismo. Con il leader di Syriza, Alexis Tsipras, venuto a dare una spinta alla formazione – anche nel nostro paese – di una sinistra forte e unita contro «il liberismo che il governo Renzi mette nei rapporti di lavoro». E’ molto probabile che in Grecia si vada alle elezioni in primavera e «quando Syriza sarà al governo tenterà di riportare la socialdemocrazia europea al suo originario scopo e sappiate – dice Tspiras – che noi contiamo anche su di voi».

Parole inusuali nel territorio di sinistra italiano. Soprattutto davanti ai Vendola, ai Ferrero, agli europarlamentari della lista Altra Europa. Così un forte brusio sale fino ai preziosi affreschi dell’auditorium e il giovane Alexis se la cava ricorrendo al poeta («la strada si trova camminando»). Ma proprio il leader greco è l’esempio di un rinnovamento, di cultura politica e generazionale, di cui tutti hanno bisogno. Se vale per il vecchio Pd, per il centrodestra di Berlusconi, per la Lega, perché questo cambiamento non avviene anche nella sinistra radicale italiana?

A Firenze di questa necessità non si è parlato. Però è ormai chiaro che il problema c’è. E va di pari passo con il dovere di camminare, anzi di pedalare, tutti in una stessa direzione. E se in questa situazione di forte ripresa della conflittualità non si costruisce una forza politica, o meglio, non si organizza una rappresentanza politica alternativa, allora l’appuntamento di S.Apollonia resterà come uno dei tanti convegni, interessanti ma con poco futuro.

Se invece si vuole rispondere alla speranza prendendosi sulle spalle la responsabilità che la crisi richiede, allora bisogna trovare forza e coraggio. Forza per unire i diversi, coraggio per cambiare la leadership. Un soggetto politico nuovo senza una unità di base non esiste. Ma neppure con le stesse facce di sempre.

http://youtu.be/jxwCNatYppw?list=PLnZfFw4qyshOBfdBss0fPu7fS2dCUn4BS