«Gli altri, la gente non ricorda, non si volta indietro per guardare il proprio passato… Ricordare è entrare nella vita, entrare dentro di sé. Ricordare quello che gli altri dimenticano». Ecco Patrizia Vicinelli, poetessa e performer che ha attraversato la seconda metà degli Anni Sessanta del secolo scorso con una ventata di vitalità artistica che ha fatto epoca e, appunto, non si dimentica. Eccola qui nel poema epico «Non sempre ricordano» duro attacco a chi cancella il passato e, quindi, la possibilità di rientrare nel futuro. È in virtù di questo imperativo categorico del ricordo che l’Home Movies di Bologna organizza, in collaborazione con la Biblioteca Italiana delle Donne, un incontro per Patrizia Vicinelli a 25 anni dalla sua morte (era nata nel 1943 nel capoluogo emiliano, dove muore, di Aids, nel 1991). Nell’ambito della nona edizione di «Archivio Aperto», sabato 3 dicembre (ore 17), nell’Aula Magna di Santa Cristina (Piazzetta Morandi, 2), si snoderà la serata dedicata a «Il cinema crudele di Patrizia Vicinelli» curata e gestita da Monica Dall’Asta (autrice del saggio da cui prende il titolo l’avvenimento) e con la performance di Francesca Ballico.
«Archivio Aperto» è un interessante contenitore di video d’epoca e quest’anno offre, tra gli altri, i lavori di Tonino De Bernardi. Ed è proprio il regista torinese che alla Vicinelli aveva dedicato il film A Patrizia nel 1969, a dare un ritratto tra i più belli della poetessa: «È stata speciale per tutta la vita, Patrizia. Sperimentava sulla propria pelle, quando leggeva era davvero uno spettacolo perché tirava fuori quest’energia che aveva dentro. C’era qualcosa di incandescente in lei. Una così, come faceva a coincidere col mondo?». E infatti la sua vita è stata quella di una «non riconciliata». Un’esistenza borderline, fatta di fughe e ritorni, amori e solitudini, carceri (per uso haschish, una pura demenzialità dei poteri, non solo allora) e fughe rocambolesche. Unica esponente femminile del Gruppo 63 e della Neoavanguardia, nonostante rivalutazioni significative – va ricordato il volume curato da C. Belli Minciacchi per le edizioni fiorentine Le Lettere nel 2009 -, Patrizia Vicinelli resta una emarginata della letteratura italiana nonostante rivalutazioni di vario tipo anche dopo il volume de Le Lettere. È stata di una potenza lirica e provocatoria così forte che urge una riappropriazione da parte delle nuove generazioni di scrittori e artisti. Ma se la letteratura ha scandagliato il suo universo, la critica cinematografica lo ha fatto di meno.
È opportuno quindi questo incontro su «Il cinema crudele di Patrizia Vicinelli», con proiezione di film inediti e rari. Il rapporto di Patrizia con il cinema, quello sperimentale, fu appassionato e segnato da numerosi incontri e collaborazioni. A partire da quelle, anche affettive, con Alberto Grifi e Gianni Castagnoli, figure diverse ma uniche nel panorama artistico della seconda metà del Novecento. La serata vedrà, oltre alle letture e performance, la proiezione di video a partire dalla struggente opera di Alberto Grifi In viaggio con Patrizia, un diario per immagini della storia d’amore tra Alberto e Patrizia realizzato in due «tappe» (1965 e 2007) e arricchito nella seconda dalla musica di Paolo Fresu. Ed è Ivan Grifi a dare il ritratto più vero di questo film: «Mio padre avrebbe sicuramente creato fra 20 anni un’altra versione del film, così come tra 40 un’altra versione ancora. Per lui i film non si chiudevano mai, erano qualcosa di aperto. In questo caso, al centro della storia, non c’è se stesso ma Patrizia, una poetessa di altissimo valore che purtroppo grazie a una società efferata è stata in qualche maniera ridotta al silenzio». L’incontro organizzato da Home Movies, quindi, vuole essere un omaggio alla figura di una donna difficilmente inquadrabile in un unico ruolo e la cui poesia, anche in campo cinematografico, oltre a una permanente sfida, ha il merito di creare dialogo continuo con il pubblico e anzi in lei, come ricordava la critica Daniela Rossi: «Emerge il rifiuto netto della poesia come moda e la ricerca di una qualità che riesce a comunicare qualcosa di veramente essenziale e importante». Da ricordare che, tra i frammenti inediti dell’Archivio di Gianni Castagnoli, La notte e il giorno (prima parte)-Viaggi è con la musica originale composta nel ’76 da Alvin Curran.