Sono 800 i profughi salvati nel Mediterraneo e sbarcati ieri nel porto di Reggio Calabria, altri 112 erano stati messi in salvo dall’Aviere della Marina Militare, impegnata nella missione «Mare sicuro»; in 340, poi, sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera svedese e sono sbarcati sbarcati al porto di Messina, mentre altre 141 persone sono state condotte al porto di Augusta, nel siracusano.

Ma i dati dell’Unhcr denunciano la campagna di allarmismo sull’immigrazione tutta italiana: sono circa 60 milioni, infatti, le persone in fuga nel mondo, l’86% di esse vive in paesi in via di sviluppo.

Dei 188 mila che dall’inizio dell’anno hanno affrontato i viaggi della disperazione nel Mediterraneo, circa 97 mila sono arrivati in Italia e 90 mila in Grecia. I rifugiati in Italia sono 93.700, poco più di uno ogni mille abitanti. Mentre la Germania e la Francia ne accolgono oltre 200 mila ciascuno, il Regno Unito 117 mila e la Svezia 142 mila. Nella Gb e in Germania i rifugiati sono circa due ogni mille abitanti, in Francia sono quasi 4, mentre in Svezia oltre 14.

Eppure nel nostro Paese, si sa, l’opera di disinformazione tende – «colpevolmente», come ha detto il delegato Unhcr per il Sud Europa – a confondere il fenomeno annoso dell’immigrazione con quello, particolarmente importante in questo periodo storico, della fuga da guerre e dittature.

Sono 6.527 gli stranieri irregolari allontanati dall’Italia nel primo semestre del 2015 su un totale di 13.787 irregolari individuati, in pratica 7.260 non sono stati rimpatriati. Secondo gli ultimi dati del Viminale, il sistema di accoglienza italiano ospita 84.500 persone: il 18% in Sicilia, l’11% in Lombardia, il 10% nel Lazio. Seguono Campania e Puglia (7%), Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna (con il 6%), Calabria (5%), Marche, Friuli Venezia Giulia e Liguria (3%), Sardegna, Abruzzo, Molise e Umbria (2%), Basilicata e Trentino Alto Adige (1%), la Valle d’Aosta non ospita nessuno.