Gli applausi dei cattolici della maggioranza, del centrodestra all’opposizione e della Lega. Il silenzio del Partito democratico. Così è stata accolta in parlamento la prolusione del cardinale arcivescovo Bagnasco. Secondo i forzisti Brunetta e Gasparri, il presidente dei vescovi italiani è il vero difensore della Costituzione. Ma in attesa dell’inizio della discussione sul disegno di legge Cirinnà – arriverà giovedì nell’aula del senato e per i primi voti sugli emendamenti bisognerà aspettare la prossima settimana – e in attesa della prova di forza degli ultrà cattolici – il Family day del Circo massimo a Roma, sabato – le parole di Bagnasco sul fatto che «i figli non sono cose da produrre» spostano di poco il confronto sulle unioni civili. Non c’è ancora un punto di equilibrio nella maggioranza.
E non c’è nel Pd, che ieri sera ne ha discusso ancora nel corso della «bicameralina» che riunisce esponenti di tutte le correnti delle due camere con l’intenzione di blindare un accordo. Oggi ancora ci sarà un’altra assemblea dei senatori del partito. Due le possibili mediazioni tra la maggioranza e la minoranza interna – in questo caso i catto-dem. La prima prevede di differenziare ulteriormente il profilo giuridico delle unioni civili, già indicate come «formazioni sociali specifiche», in modo da rassicurare chi teme un’equiparazione con il matrimonio. La seconda prevede di ribadire che prima di decidere per l’adozione del figlio del partner il giudice deve svolgere indagini accurate sui rapporti nel nucleo familiare.
Ma ai catto-dem non basta. Ragione per cui la maggioranza del partito potrebbe dover rinunciare all’intenzione di stringere l’unità del gruppo, chiedendo un voto al termine dell’assemblea di oggi. Sull’articolo 5 della legge, quello appunto che introduce la stepchild adoption, la maggioranza rischia. È possibile il voto segreto. E i centristi di Alfano e dei gruppi satelliti non hanno intenzione di votare l’articolo così com’è scritto adesso. Potrebbe arrivare in soccorso qualche voto di Forza Italia. Nel frattempo, dopo aver fatto conto persettimane sul sostegno dei 5 Stelle, il Pd ha scoperto che le polemiche sul caso Quarto hanno lasciato il segno. I grillini farebbero volentieri uno sgambetto a Renzi e non vogliono correre il rischio di passare per «soccorritori» del Pd. E dunque sono pronti a cogliere la prima occasione per sfilarsi, riportando il Pd nelle braccia degli ultrà cattolici. Non per nulla ieri sera prendeva quota l’emendamento firmato assieme dai senatori renziani Marcucci e Pagliari, in base al quale la stepchild adoption verrebbe condizionata a una valutazione del giudice sull’«interesse del minore» e alla verifica «di uno stretto legame tra l’adottante e l’adotato all’esito del biennio di affido precedentemente disposto».