«Il corpo ha una memoria incredibile. Quando sono in tournée il mio riscaldamento è alla sbarra. Una preparazione alla scena perfetta.». Nulla di strano se a parlare fosse un tradizionale danzatore, ma di fronte a noi c’è Vincenzo Capezzuto. Un passato da primo ballerino in compagnie di rango, dal San Carlo di Napoli all’English National Ballet, dal Ballet Argentino di Julio Bocca all’Aterballetto di Reggio Emilia, nonché progetti con la MM di Michele Merola, Vincenzo Capezzuto oggi soprattutto canta.

Una voce particolarissima, che sfugge alle categorie, lo ha visto esibirsi alla Carnegie Hall di New York, tanto per citare un luogo di culto della musica, con l’Ensemble l’Arpeggiata di Christina Pluhar. Lo anima una passione indomabile per il repertorio musicale e teatrale italiano del 1500 e del 1600 che lo ha reso protagonista con l’ensemble Soqquadro Italiano di spettacoli scherzosamente provocatori come Who’s afraid of Baroque? e di viaggi interpretativi al galoppo tra i secoli come Da Claudio Monteverdi a Mina.

Soqquadro italiano già dal nome mette in chiaro che il progetto è fuori dagli schemi. A fondare l’ensemble nel 2011 con Capezzuto è stato Claudio Borgianni, musicista, regista e anima di questo ensemble volutamente in bilico tra musica, teatro, danza e canto. In cinque anni Soqquadro Italiano si è esibito in Belgio, Italia, Olanda, Russia, Spagna, già ospite più di una volta in manifestazioni come Ravenna Festival.

Tra i loro titoli anche uno Stabat Mater, debutto in Spagna nel 2013 e da allora in repertorio. Uno spettacolo a più registri, in scena sabato scorso nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano per i Concerti dall’Associazione milanese Amici della Musica e di cui un estratto sarà il 6 agosto alla Versiliana di Marina di Pietrasanta nel moderno gala di danza Serata Bigonzetti.

«In Stabat Mater – commenta Capezzuto – mi sono rimesso in gioco nella danza. Le coreografie sono di Mauro Bigonzetti (ora direttore del Ballo della Scala, ndr.) con cui ho lavorato ai tempi di Aterballetto. Mauro vide a Ravenna il nostro Da Monteverdi a Mina, gli piacque e nacque l’idea di fare qualcosa insieme. Mi sono trasferito una settimana da lui e sono nate le parti coreografiche dello Stabat Mater. Il canto ormai è preponderante nella mia attività, ma la porta della danza è sempre aperta. D’altronde nella mia storia movimento e canto si generano uno nell’altro. Stabat Mater è forse il punto di avvio di una ricerca da sviluppare sulla scrittura tra danza e canto».

Il Vivaldi eseguito da Soqquadro Italiano su rielaborazione musicale di Claudio Borgianni ci presenta uno Stabat Mater inedito, messo a soqquadro con baldanza e originalità tra sax soprano, percussioni, elettronica, toy piano e molto altro. Un barocco riconoscibile eppure trasformato, di eterna modernità. A sostenerlo da un punto di vista teatrale è Capezzuto, protagonista di un virtuosistico e appassionato one man show, in cui lo stile coreografico di Bigonzetti, segnato dal dinamismo delle linee delle braccia e del torso, si alterna con la bellezza comunicativa di un canto che dà volto alla Mater dolorosa accasciata sotto la croce. Molti applausi per i musicisti e per il talento di Capezzuto: il prossimo progetto debutterà nel 2017 e sarà un viaggio tra i lieder di Schubert.