«Non c’è nessuna emergenza migranti, ma i sindaci devono imparare a governare questo fenomeno altrimenti abdicano al proprio ruolo. E a quel punto tutto diventa più difficile». Il sindaco di Prato Matteo Biffoni è il responsabile Immigrazione dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani.

Torna l’estate e nei comuni scoppia di nuovo l’emergenza migranti.

Quella è solo un slogan buono per fare i titoli dei giornali. Ormai siamo alla terza estate di fila in cui dobbiamo affrontare questo problema e non ci vogliono grandi cognizioni geopolitiche per capire che si tratta di un fenomeno che proseguirà anche nei prossimi anni. Il New York Times parla di almeno venti anni. Insomma non è qualcosa che finirà presto, di sicuro non ad agosto. Detto questo, e in attesa che la ricollocazione europea si avvii insieme all’intervento nei paesi di origine, ma anche che le crisi libica e siriana si risolvano, c’è la necessità di governare il quotidiano, di governare le persone che arrivano nei nostri territori. L’obiettivo che ci proponiamo come Anci è di offrire un’accoglienza dignitosa senza creare tensioni e difficoltà nei territori. Questo perché ci vuole rispetto per le persone che arrivano, ma anche per quelle che accolgono.

Emergenza o no, l’accusa rivolta alla stragrande maggioranza dei sindaci è di non collaborare a sufficienza, anzi di non collaborare affatto.

Indubbiamente c’è un gruppo di sindaci che hanno dichiarato di non collaborare. Resta il fatto che i profughi arrivano lo stesso, come dimostrano i dati del ministero degli Interni. Vorrei ricordare che la competenza in materia è dei prefetti e i sindaci possono decidere di urlare e protestare – come è loro diritto – ma se il prefetto decide che i profughi devono arrivare, arrivano. Allora si può continuare a dire no, abdicando secondo me al proprio ruolo, oppure collaborare accompagnando il percorso prefettizio in maniera attiva. Lo so che dire queste cose non aiuta a far crescere la popolarità, però credo che per la mia comunità sia meglio se a gestire il fenomeno è il sindaco. E’ quello che stiamo provando a spiegare ai sindaci e secondo me in tanti, anche della Lega e del centrodestra, stanno cominciando a capirlo.

L’Anci ha in mano il piano nazionale messo a punto dal Viminale. Quando direte cosa ne pensate?

Esprimeremo un giudizio quando lo vedremo. Io l’ultima versione non ce l’ho. Noi pensiamo che si debba uscire dalla logica dell’emergenza per entrare in un sistema organizzato. In questo momento su 100 migranti che sono in Italia, 80 sono inseriti nel sistema dei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria della prefettura e 20 nel sistema Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di ribaltare questa percentuale. Come? Intanto mettendo dei tetti al numero di profughi da destinare a ogni comune. Questo perché il grande problema per i sindaci è gestire la telefonata del prefetto che ti dice “Tra 48 ore arrivano 50 persone”, quando invece io ho bisogno di sapere molto prima quanti sono i numeri che ci possiamo permettere sul territorio, perché mi permetterebbe di organizzarci. Ma c’è anche la questione della deroga del turn over nelle assunzioni. Chiediamo che i comuni che accolgono i migranti abbiano la possibilità di assumere nei settori più esposti: polizia municipale, anagrafe e servizi sociali. Da quello che so io, nel provvedimento che il governo sta per adottare dovrebbero esserci le risposte a queste nostre richieste.

Che succede se l’Anci esprime un parere positivo al piano e poi i sindaci non vi seguono?

Mi rendo conto che politicamente sarebbe complicato, ma non ne faccio una questione politica. Se però accadesse il fenomeno non sarebbe più nel nostro controllo e tutto sarebbe più complicato. E poi che nessun si lamenti. Noi proviamo a dare uno strumento di gestione in modo che ognuno possa fare la propria piccola parte. Se alcuni sindaci continueranno a dire di no, a quel punto ognuno farà i propri conti.

Il governo starebbe pensando anche a incentivi economici per i sindaci che accolgono i profughi. Serviranno?

Assolutamente sì. Da quanto ne so il riconoscimento verrebbe attribuito per ogni migrante accolto sul territorio. Si è parlato di 50 centesimi, ma non conosco la cifra esatta. Sarebbe utilissimo, anche perché sono soldi da spendere per i tuoi cittadini.