Oggi si vota in Salvador per eleggere i 262 sindaci, gli 84 deputati all’Assemblea legislativa e i 20 al Parlamento Centroamericano. Quasi 5 milioni di cittadini (su una popolazione di 6 milioni e 200 mila) si recano alle urne per premiare o bocciare i programmi dei diversi schieramenti. La Procura per la difesa dei diritti umani dispiegherà sul territorio nazionale oltre 600 osservatori. Per la prima volta ne faranno parte rappresentanti dei popoli lenca, kakawira e nahuat pipil. Un segnale di attenzione ai diritti delle popolazioni indigene, destinatarie dei piani contro la povertà varati dal governo di Salvador Sanchez Céren.

Il presidente Céren, ex guerrigliero eletto con il Frente Farabundo Marti para la Liberacion Nacional (Fmln), in un bilancio alla nazione ha detto che l’economia nazionale è cresciuta del 2,2% durante il 2014. Ha rilevato che, da quando ha assunto l’incarico, il 1 giugno del 2014, «abbiamo avuto oltre 600 milioni di dollari dalla cooperazione internazionale, la cifra più grossa ottenuta da un governo nei primi mesi di gestione». E la Commissione economica per l’America latina (Cepal) ha lodato le politiche del governo Céren nella lotta contro la povertà, il cui indice è sceso del 4,4% rispetto al 2013. Gli accordi di cooperazione firmati con vari paesi hanno fornito al Frente finanziamenti per adottare politiche sociali già efficaci nelle aree progressiste dell’America latina.

Seppur con più stretti margini di manovra, Céren ha anche guardato alle alleanze continentali progressiste inaugurando programmi come quelli di «un computer per ogni scolaro» già operativi da anni in Venezuela e in Uruguay. Il programma dei candidati del Frente è quindi apparso chiaro in questa campagna elettorale: approfondire con l’approvazione di leggi a favore del popolo salvadoregno l’ampio piano di progetti sociali accennato nel primo governo di centrosinistra (2009-2014). Dopo la firma degli accordi di pace, che hanno posto fine a 12 anni di guerra civile, il 16 gennaio 1992, il Frente ha lavorato per produrre una svolta a sinistra nel paese, riuscendo in parte a contrastare la tradizionale egemonia delle destre.

All’opposto, Alianza Republicana Nacionalista (Arena), il principale partito di opposizione a difesa delle oligarchie, ha centrato la sua campagna sulla critica a tutto campo alle proposte di governo, ma senza averne di proprie, e anzi preannunciando denunce per frode in caso di sconfitta. Tra i dieci partiti politici, cinque coalizioni e una candidatura fuori dai partiti, in gioco oggi, Fmln e Arena risultano i primi favoriti. A seguire, la Gran Alianza por la Unidad Nacional (Gana), che ha presentato proposte di indirizzo repressivo sul tema dell’insicurezza e della violenza.
Intanto, nel paese fervono i preparativi per accogliere l’annuncio ufficiale della beatificazione dell’arcivescovo Oscar Romero, ucciso il 24 marzo del 1980, approvata di recente da papa Bergoglio.