I corpi delle vittime arriveranno nei paesi di origine, le scatole nere dovrebbero essere a breve, nelle mani degli esperti (che non hanno lesinato particolari macabri, affermando di poter anche stabilire quanto «hanno sofferto» le vittime).

Sono le uniche «quasi certezze» relative all’abbattimento del Boeing malese nei cieli ucraini, perché per il resto tutto è ancora avvolto nel mistero, contornato dalle consuete polemiche. La prima novità è arrivata dagli Stati uniti: i servizi segreti americani hanno comunicato di non poter dimostrare la partecipazione diretta della Russia nell’abbattimento del Boeing 777 malese. Lo hanno riferito i media americani citando fonti dell’intelligence. Il volo Mh17 della Malaysia Airlines, secondo funzionari rimasti anonimi, è stato probabilmente colpito per errore dai separatisti filorussi con un missile terra-aria del tipo Sa-11.

È difficile, hanno poi sottolineato le fonti, sapere chi sia il responsabile della morte delle 298 persone a bordo del Boeing. Sospetti, ma prove neanche una, mentre non è da escludere del tutto neanche l’ipotesi che invece il missile sia partito da un jet in volo contemporaneamente all’aereo di linea malese, ma si tratta – anche in questo caso – di una mera supposizione. E alla Cnn, il vice consigliere per la sicurezza nazionale americana Ben Rhodes ha annunciato che sull’incidente ci saranno indagini approfondite. «Ancora stiamo lavorando – ha spiegato Rhodes – per determinare se ci sia stato un nesso diretto, se ci fossero russi sul posto e se hanno addestrato i separatisti».

Diversi funzionari dei servizi segreti, ha segnalato invece il Wall Street Journal, hanno mostrato ad alcuni giornalisti le prove che il missile che avrebbe colpito l’aereo malese sarebbe stato lanciato da una zona controllata dai separatisti. Tuttavia, i funzionari ritengono che Mosca abbia contribuito a creare le condizioni della tragedia, fornendo armi ed addestrando i ribelli. Ipotesi smentite tanto da Mosca, quanto dai filorussi, che invece accusano Kiev.

Contro Mosca e i filorussi, ieri è intervenuta anche la Germania: il governo di Angela Merkel ha accusato Putin e i ribelli di scarsa collaborazione nel quadro della tragedia dell’aereo malese. «Continuano ad esserci problemi con il libero accesso di un gruppo di esperti internazionali sul luogo dei fatti», ha spiegato il viceportavoce del governo tedesco. Berlino è convinta che Mosca non influisce in modo sufficiente sui gruppi filorussi «che sono in parte guidati da membri dei servizi segreti russi».