Sarebbe iniziato ieri il «piano di alleggerimento» annunciato dal capo delle polizia Franco Gabrielli. Secondo la direttiva tutti i migranti che vengono respinti dalla Gendarmeria francese – anche se si trovano a Nizza o Marsiglia – sono accompagnati su «pullman dedicati» con provvedimenti di espulsione coatta nei centri di identificazione ed espulsione che si trovano nel Sud Italia.

Attualmente a Ventimiglia sono presenti almeno 500 profughi, ospitati nel campo della Croce Rossa e in alcune parrocchie. Il provvedimento di alleggerimento punta a rendere “pericolosa”, per i migranti, la tappa della cittadina ligure al confine con la Francia.

Nei giorni precedenti il numero dei profughi era salito fino a quota 800, e soltanto una residuale frazione (una decina) ha accettato di richiedere l’asilo politico o lo status di profugo in Italia.

L’«operazione alleggerimento», che durerà alcune settimane, arriva in seguito agli scontri dei giorni precedenti tra manifestanti No border e forze dell’ordine. «Dobbiamo decomprimere la situazione a Ventimiglia e c’è un solo modo per farlo: prendere queste persone e portarle da un’altra parte» aveva dichiarato il capo della polizia al termine della visita a Ventimiglia, «La situazione è grave, ma non tragica. E credo che lo sforzo durerà almeno fino alla fine dell’estate. Per quanto offriamo alternative di accoglienza, loro vogliono passare la frontiera. Dall’altra parte, però, la disponibilità non c’è e dobbiamo gestire questa situazione di stallo».

I migranti vengono quindi allontanati dalla frontiera con la Francia, tuttavia è noto che il loro viaggio di ritorno sempre verso Ventimiglia ricomincia nel momento in cui vengono scaricati in una qualsiasi città del Sud.

Così una volta ritornati in Liguria soltanto alcuni raggiungono nuovamente Ventimiglia, la maggior parte si rifugia nelle periferie di Imperia e San Remo oppure nell’entroterra, dove è più semplice riuscire a passare inosservati e a organizzare un viaggio verso la Francia, magari grazie ai passeur francesi.
L’operazione voluta dal ministero degli interni, che prevede l’organizzazione di un pullman al giorno, punta anche a depotenziare la conflittualità con i No borders presenti da tempo sul territorio di Ventimiglia.

Al momento dovrebbero essere circa cinquanta, provenienti da tutta Europa. Dopo gli scontri dei giorni scorsi e l’allontanamento di alcuni giovani con in mano un foglio di via e il divieto di soggiorno, la situazione pare essersi normalizzata.

Rimane concreta la possibilità che proprio l’«operazione alleggerimento» faccia rialzare di nuovo la tensione: già si parla di una manifestazione di protesta per il prossimo fine settimana.

Esattamente ciò che non vuole la cittadinanza di Ventimiglia che, come dice la vice sindaco Silvia Sciandra «necessita di serenità per riuscire a gestire questa emergenza che sta diventando strutturale». È lei ad interpretare le preoccupazioni: «La nostra città ha fatto un grande sforzo logistico ed economico, per molti aspetti privo di aiuti esterni, per coniugare l’accoglienza senza pregiudicare l’economia. Ventimiglia è una cittadina generosa che attraversa una profonda crisi: se turismo e commercio vengono intaccati da tensioni come quelle degli ultimi giorni, ci rimetteranno tutti. Anche i migranti che approdano qui dopo viaggi spaventosi. Confido nella buona volontà di tutti affinché si trovi una soluzione adeguata».