Per chi lo ha fatto nascere, i fondatori, è l’occasione di raccontare le origini. Per chi lo ha visto crescere, quelli della nostra generazione, è il piacere di testimoniare come, i ventenni degli anni ’70, hanno vissuto un’avventura che ne ha cambiato la vita. Per chi lo ha incontrato negli anni 2000 è l’incontro con la politica tout court.
Da via Tomacelli a via Bargoni, in 70 minuti di immagini e parole, il film di Riccardo de Sanctis, da ieri nelle edicole, è un viaggio, tra immagini e interviste, sulla storia del “quotidiano del muretto”. E’ Luciana Castellina ad aver involontariamente suggerito l’idea del titolo rievocando il giorno in cui «seduti sul muretto di via San Valentino a Roma, cercando il nome, qualcuno, forse Lucio, disse: il manifesto». Le memorie dei padri fondatori sono ricche di riflessioni sulla sinistra, di allora e di oggi, ma anche generose di aneddoti. E’ sempre Luciana a spiegare come andò la prima sottoscrizione, quando al giornale arrivarono due donazioni, per quegli anni molto consistenti, di un milione ciascuna: una di Simone Signoret e l’altra i Yves Montand. O di quella volta in cui, come ironizza Valentino Parlato, di fronte al manifesto fresco di stampa, l’Unità scrisse “finanziati dalla Confagricoltura, nemmeno dalla Confindustria…».

A portare la loro testimonianza sono anche alcuni amici a noi vicini culturalmente e politicamente, collaboratori che con generosità e intelligenza ci regalano un impegno di scrittura.

Da Ermanno Rea che spiega, mentre scorrono le immagini dei fatti d’Ungheria, come il giornale incarnasse «il travaglio del distacco dal partito comunista». O come Stefano Rodotà che analizza «la crisi del Pci diventato Pds con una liquidazione frettolosa del passato, al solo pronunciare la parola socialdemocratico c’erano momenti di sbandamento». Uno sbandamento che purtroppo continua. Il punto di Piero Bevilacqua è sulla «fine di una dimensione religiosa della politica e sulla inevitabilità di una dimensione pluralista».

Da ieri il Dvd “il quotidiano del muretto” è in vendita in tutte le edicole delle principali città italiane, al costo di 9,90 euro. In questo film, come è scritto nella breve nota di copertina che lo accompagna, vi raccontiamo la nostra lunga storia. Una storia importante, appassionante, vissuta da donne e uomini di generazioni diverse ma accomunate da un forte coinvolgimento politico, personale, umano. Una parte, non piccola, della storia della sinistra italiana con le sue lacerazioni, le dure vicissitudini, le speranze, le unioni, le divisioni, i cambiamenti traumatici. Come l’ultimo, il fallimento, avvenuto nei mesi scorsi e che ci ha segnati tutti, facendoci vivere l’anno più difficile, e più traumatico, dal giorno in cui siamo nati, il 28 aprile del 1971.

Ma una cosa non è invece cambiata, l’idea di continuare un cammino, di offrire un futuro a un’esperienza unica che si ripete da quarant’anni, sempre dalla parte del torto, sempre con il rischio di trovare la fine dietro l’angolo. Una precarietà che anche oggi, soprattutto oggi, ci tocca da vicino. Perché stiamo muovendo i primi passi in una crisi paurosa, senza i finanziamenti pubblici che, se arriveranno, sarà solo nel 2014 e senza poter minimamente immaginarne la consistenza.

Acquistare il dvd è un gesto importante, simbolicamente e materialmente, significa darci fiducia, e offrirci un sostegno materiale per continuare il nostro viaggio. Lo dice all’inizio del film Luigi Pintor quando ci invita a considerare importante non la meta, non la presa del palazzo d’inverno, perché quel che conta «non è tanto illudersi di raggiungere chi sa quale traguardo politico», importante «è il percorso che fai, come ti muovi, se il percorso lo fai bene è già un traguardo, un lievito che poi sedimenta…».
Il nostro viaggio, in un certo senso, è appena iniziato, e come tutti gli inizi è un momento tanto carico di aspettative quanto gravido di rischi. Da qui all’autunno metteremo in campo una campagna straordinaria di abbonamenti, ma intanto vi invitiamo a darci una prima spinta positiva. Tremila dvd a dieci euro fa trentamila. Spiccioli per gli altri giornali, oro per noi.