Quando cinque anni fa Massimo Zedda presentò la sua candidatura a sindaco di Cagliari era un giovane (aveva 35 anni) consigliere regionale di Sel. Il suo era un nome di rottura. Il Partito democratico aveva un suo candidato. Ed era un nome pesante: Antonello Cabras. Impossibile trovare un accordo. Il partito di Vendola decise di andare avanti e giocò la carta delle primarie. La scommessa fu vinta: ai gazebo Zedda prevalse su Cabras e divenne il candidato di tutto il centrosinistra, sconfiggendo poi alle elezioni il candidato del centrodestra e diventando uno dei più giovani sindaci d’Italia.

Tra pochi giorni, Zedda ci riprova. Ma stavolta il suo nome sta bene a quasi tutti.

Dalla sua parte Sel: sia la componente guidata dal deputato Michele Piras, che ha aderito al progetto costituente di Sinistra italiana, sia la componente che invece fa capo al senatore Uras, più tiepida rispetto alla confluenza nella nuova formazione politica. Ma sono altre dieci le liste che appoggiano Zedda: Pd, Unione popolare cristiana (Upc), Partito dei sardi, Centro democratico, Rosso Mori, la civica Cittadini per Cagliari, La Base, Rifondazione Comunista, Psd’Az (Partito sardo d’azione) e PcdI. Come si vede, l’arco è molto ampio: si va da formazioni di centro come l’Upc, il Centro democratico e La Base sino a Rifondazione e al Partito dei comunisti italiani; da raggruppamenti autonomistici come il Partito dei sardi, il Partito sardo d’azione e i Rosso Mori sino alle civiche indipendenti. Promosso quindi a pieni voti, Zedda.

Anche se, a dire la verità, sull’allargamento della coalizione al Psd’Az c’è stata qualche frizione sia all’interno del Pd sia tra i suoi alleati. Il partito fondato da Emilio Lussu, infatti, nel 2011 si schierò a sostegno del candidato del centrodestra, Massimo Fantola, che Zedda sconfisse al ballottaggio. E in più, per cinque anni, prima della vittoria elettorale dell’attuale presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, il Psd’Az fece parte della maggioranza che appoggiò il berlusconiano Ugo Cappellacci. L’apertura ai sardisti alla fine è passata perché all’ultimo congresso del partito la maggioranza si è ribaltata e ora a contare è la corrente più progressista, che guarda all’alleanza con il centrosinistra come a un approdo strategico, di lungo periodo. Gli unici, nell’orizzonte del centrosinistra, a non avere gradito la candidatura di Zedda, sono i civatiani, che avrebbero preferito presentare un candidato espressione di un fronte politico nettamente anti renziano.

A contendere qualche voto a Zedda nell’area del centrosinistra potrebbero essere invece due sfidanti: l’ex consigliere comunale di Rifondazione Enrico Lobina, 36 anni, che in polemica con il suo ex partito ha presentato una lista, «Cagliari Città Capitale», sostenuta da quattro civiche, e il giornalista ed ex consigliere comunale Dc negli anni Ottanta, Paolo Matta, 61 anni, a capo della lista civica.
Molto più insidiosa, tra gli avversari di Zedda, sarà la candidata del Movimento 5 stelle Maria Antonietta Martinez, 47 anni. Cagliaritana del quartiere Stampace, uno dei più polari della città, Martinez fa la consulente informatica ed è titolare di un negozio di computer. Il suo sponsor all’interno del movimento grillino è la parlamentare Emanuela Corda, che in un’intervista ha descritto Martinez come «una donna onesta, corretta e soprattutto molto attenta al rispetto dei valori del Movimento 5 Stelle».

Ma soprattutto c’è il fronte del centrodestra, che schiera una “vecchia gloria”: l’ex parlamentare di Forza Italia e Pdl Piergiorgio Massidda, 59 anni, candidato forte, sostenuto da quindici liste per lo più civiche. Sceso in campo con largo anticipo, Massidda ha prima diviso poi riunito la coalizione, sfidando tutti ad allearsi con lui senza i simboli dei partiti tradizionali ed evitando le primarie. Alla fine ha vinto lui e anche gli altri candidati che avevano scelto le primarie, come il deputato dei Riformatori e presidente della commissione sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu, hanno deciso di sostenerlo. Sempre nell’area del centrodestra è in corsa Paolo Casu, 51 anni, sostenuto da due liste civiche, mentre l’outsider è l’avvocato Alberto Agus, 42 anni, del «Popolo della famiglia».