Nato e cresciuto in Baviera, famiglia di origine iraniana, il padre tassista (interrogato nella notte), la madre impiegata in un supermercato. La polizia tedesca ha ricostruito il profilo di Ali Sonboly, il 18enne che ha fatto strage ieri pomeriggio nel centro commerciale Olympia, a Monaco di Baviera. Escludendo qualsiasi legame con l’Isis e tracciando anzi una vistosa linea rossa che collega il massacro di ieri al quinto anniversario della strage di Utoya, in Norvegia, dove morirono 77 persone. Il ragazzo infatti era un fan del neonazista norvegese Anders Behring Breivik, che sta scontando la pena per quei fatti. Ma in generale sembrava ossessionato dagli omicidi di massa e dai “giustizieri” solitari. Con tanto di falso account facebook e la promessa di un “menù gratis” ha cercato di attirare quanta più gente possibile nel MacDonald del centro commerciale in cui aveva deciso di agire. Probabilmente puntava agli ex compagni di classe che a suo dire – ma ci sono già le prime ammissioni – lo avevano tormentato per anni. Era in cura presso un centro psichiatrico per una forte depressione.

 

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Sonboly ha agito solo – il dato di tre assolitori diffuso inizalmente è stato presto smentito dai fatti – servendosi di una Glock 9mm con 300 proiettili al seguito. Nove le vittime, 4 adulti e 5 adolescenti, 3 di nazionalità kosovara, forse altrettanti turchi. Tra i feriti – tre sono in gravi condizioni – ci sono anche bambini. Poco prima della strage – ma l’esatta sequenza dei fatti è ancora oggetto di chiarimenti – il 18enne ha ingaggiato dal tetto del centro commerciale il dialogo surreale – e subito virale – con una persona che riprendeva la scena dal palazzo di fronte (“Per causa vostra sono stato vittima di bullismo per sette anni, e ora comprato una pistola per spararvi”) In seguito è uscito continuando a sparare sui passanti, si è allontanato indisturbato dall’edificio e a circa un km di distanza si è suicidato con un colpo di pistola.

Germania in lutto nazionale. E città di Monaco “riaperta” solo in mattinata, ancora stordita dall’emergenza che per tutta la serata di ieri ha costretto i suoi cittadini a restare dove si trovavano in quel momento. Trasporti bloccati, stazioni sigillate, strade deserte, informazioni contrastanti che si rincorrevano. Mentre la polizia e le forze speciali cercavano ancora di capire cosa era esattamente successo nel centro commerciale Olympia.