ceuta

«Il dovere morale dell’accoglienza» di chi fugge dalle emergenze umanitarie, in memoria dei 24 milioni di italiani emigrati negli scorsi due secoli: questo il Manifesto dei sindaci italiani per l’accoglienza firmato dal presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, dal presidente del Consiglio Nazionale Anci e sindaco di Catania Enzo Bianco e, tra gli altri, dai colleghi di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Lampedusa.

Il documento è stato siglato ieri in Vaticano, a conclusione della due giorni di incontri tra 80 sindaci europei sull’immigrazione, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Il summit si è svolto 48 ore dopo l’approvazione a Bruxelles, da parte del Comitato delle Regioni, del parere di Enzo Bianco sulla revisione delle regole di Dublino. No a un’Europa che rifiuta di affrontare in maniera strutturale le politiche sui migranti e basta alla logica dell’emergenza i punti da cui i sindaci sono partiti.

Occorrono «corridoi umanitari e programmi di reinsediamento – si legge nel manifesto – che permettano a chi fugge di raggiungere i nostri territori senza mettere a repentaglio la vita e senza arricchire i trafficanti. Oggi il 98% delle persone in fuga sono accolte fuori dai confini dell’Ue». I comuni chiedono una distribuzione «diffusa, per piccoli numeri, proporzionati alla popolazione residente. Sono questi fattori che permettono ai sindaci di essere costruttori di ponti e non di muri».

Priorità ai più vulnerabili (minori non accompagnati, vittime di tratta e sfruttamento) ma attenzione anche ai figli dei migranti di prima generazione: «Possono essere il cemento per una matura società multiculturale. Oppure, al contrario, diventare il punto di rottura per la convivenza di ragazzi con gli stessi bisogni ma con diritti e possibilità nettamente diversi». Infine, il documento chiede di riconoscere che le politiche economiche occidentali sono una delle cause delle crisi e quindi delle fughe. «Lavoriamo tutti con decisione perché nessuno sia escluso dall’effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana» ha scritto il papa via twitter.