L’amore non perdona. Una rara occasione di vedere all’opera una grande attrice: Ariane Ascaride è la protagonista di “l’amore non perdona”, in questi giorni nelle sale, di Stefano Consiglio, autore di programmi tv, ideatore di festival indimenticabili come Ladri di Cinema , e di documentari (Il centro, L’uomo flessibile, Il futuro- comizi infantili). E’ la storia di un amore “socialmente” impossibile, quello tra la sessantenne Ariane Ascaride, (attrice e sceneggiatrice), vedova, infermiera, madre e nonna emigrata in Italia dalla Francia e Helmi Dridi, (attore tunisino residente da 4 anni in Francia), trentenne marocchino emigrato in Italia per mantenere la numerosa famiglia a Tangeri, che lavora dove può e vive in una baracca sul lungomare di Bari. I due s’incontrano nell’ospedale dove lei lavora e lui è ricoverato per un malore e basta uno sguardo perché scatti un’attrazione irrefrenabile. Ariane Ascaride è una grande attrice capace di trasmettere ogni singola emozione le passi nell’anima, la paura, l’esitazione, l’allegria, il sospetto, tutto dentro un inquadratura come se fosse lì, vera, e non dentro uno schermo, tanto sono precisi e veloci i passaggi di emozioni che questa donna prova, e trasmette, quando si trova inaspettatamente di fronte ad un sentimento fino a quel momento cancellato: è vedova da 7 anni come racconta al giovane emigrato dagli occhi neri, profondi e brillanti come non li aveva mai visti. Quando al secondo incontro lui si presenta a casa di lei per farsi fare un iniezione, lei si è preparata all’incontro, spazzolandosi i capelli e tingendosi le unghie, e, fatta l’iniezione, mentre si allontana di spalle dall’uomo ancora sdraiato sul suo divano, dopo pochi passi si ferma, torna indietro, colpita dal calore e dallo sguardo di lui che sente alle spalle, e si lascia andare all’amore. Che è reciproco e intenso e vero. Inaccettabile per tutto il mondo esterno, la provinciale Bari così come la chiusa Tangeri, le famiglie disapprovano e agiscono per separarli. Non voglio raccontare oltre. Quando ho chiesto a Consiglio come aveva pensato ad Ariane Ascaride, se l’aveva già conosciuta personalmente, mi ha raccontato di averla sempre stimata moltissimo nei film di suo marito Guediguian, e poi quando stava per cominciare a girare aveva pensato che la protagonista dovesse essere vestita come l’Ascaride nei suoi personaggi marsigliesi, che doveva essere quel tipo di donna minuta, vivace e veloce, insomma il punto di riferimento del personaggio era lei ma non la conosceva, si è fatto coraggio, l’ha cercata e le ha mandato il copione, dopo una settimana la grande Ariane gli ha risposto di sì. Tutto il film è stato girato “in uno stato di grazia” e si vede dalla naturalezza con cui recitano tutti gli attori, oltre ai protagonisti c’è anche Francesca Inaudi che fa la figlia repressiva. In questo film l’attrice Ascaride compie un miracolo senza trucchi speciali, sembrare, o meglio essere, una ragazzina mentre ama e una vecchia quando soffre. Infondo Ariane Ascaride, musa di suo marito il regista Robert Guediguian con cui ha girato ben 18 film e ha preso un Cesàr come migliore attrice nel bellissimo Marius e Jeannette, recita sempre lo stesso ruolo: l’animo femminile nelle sue mille sfaccettature e ci riesce benissimo.