Nella notte del 30 maggio, a Belfast, anonimi hanno fatto irruzione al cimitero di Milltown, nel quartiere nazionalista cattolico di Falls Road, e preso di mira le tombe di volontari dell’Ira. Tra queste lo storico memoriale repubblicano che ospita i resti di Bobby Sands. Con spray verde hanno imbrattato le lapidi e la targa commemorativa della proclamazione della Repubblica, letta di fronte al General Post Office di Dublino il 24 aprile del 1916, durante quella Rivolta di Pasqua di cui quest’anno ricorre il centenario. L’atto vandalico segna il culmine di una recrudescenza dei settarismi in Irlanda del Nord, già segnalata da altri accadimenti simbolicamente gravi, come la ricomparsa in molti luoghi di bandiere di quei gruppi paramilitari lealisti che a differenza dell’Ira si sono mostrati meno propensi ad abbracciare le strategie democratiche del «processo di pace».

Proprio in questi giorni la leadership di Sinn Féin ha fatto invece passi da gigante per la pacificazione. Il suo vicepresidente e vice primo ministro dell’Irlanda del Nord Martin McGuinness, ha rotto uno storico tabù deponendo una corona sulla Somme, dove molti irlandesi persero la vita durante la prima guerra mondiale combattendo nei ranghi dell’esercito britannico. È la prima volta che accade, poiché la partecipazione irlandese alla grande guerra al fianco dei nemici è sempre stata vista dai repubblicani come un tradimento. Proprio in quei mesi, infatti, in patria si lottava contro gli inglesi per l’indipendenza dell’isola.

Nelle sei contee del Nord la tensione è palpabile. Nei mesi passati si è registrata una certa dose di nervosismo seguito al doppio omicidio, tra il maggio e l’agosto scorsi, di due personaggi legati al mondo repubblicano, Jock Davison e Kevin McGuigan, di cui il secondo era un’importante figura dell’Ira. L’anno precedente avevamo assistito all’arresto sui generis di Gerry Adams per l’inchiesta attorno all’omicidio di Jean McConville del 1972. Dopo l’evento, una figura chiave dell’Ira, Bobby Storey, aveva lanciato durante un comizio un avvenimento sinistro: «We haven’t gone away, you know» («non ce ne siamo andati, lo sapete»).

Nel frattempo, si uccide persino nelle 26 contee del Sud, o Repubblica d’Irlanda che dir si voglia. Qui nel corso dell’anno, una faida tra gang che ha portato all’assassinio di 7 persone – l’ultimo il 24 maggio 2016 – ha coinvolto anche un altro membro dell’Ira ed ex prigioniero politico, Michey Barr, freddato in un pub del nord di Dublino, a pochi passi dal centro. L’associazione dei prigionieri politici repubblicani (Irpwa) ha in merito diramato un comunicato di solidarietà, e al funerale sono state arrestate 15 persone, di cui 12 rilasciati senza accuse subito dopo.

Nel frattempo, si rincorrono tra Belfast e Derry voci di ulteriori aggregazioni tra le varie fazioni del repubblicanesimo, tra cui quella tra il Republican Network for Unity (Rna, ancora fautore della lotta armata) e il Republican Socialist Movement (Rsm). Questo sulla scorta di altre fusioni recenti di vari gruppi paramilitari per riformare Óglaigh na hÉireann, l’Esercito Repubblicano Irlandese.

Una settimana fa, il 27 maggio, verso Newtownbutler, nella contea di Fermanagh, una vasta area è stata bloccata al traffico per un ordigno. Qualche giorno prima a Cushendun nella contea di Antrim è stata ritrovata un’altra bomba, subito disinnescata, e il 1 aprile, lo stesso era accaduto a Kilnaleck, nella contea di Cavan. Avvenimenti all’ordine del giorno, in un’Irlanda in cui il processo di pace si muove faticosamente in un’atmosfera che in certi casi sembra far ripiombare indietro nel tempo di qualche decennio fa.

Il tutto sotto la spada di Damocle della Brexit, vista dai repubblicani come una privazione del diritto all’autodeterminazione degli irlandesi. I lealisti sono schierati a favore, mentre Sinn Féin è contrario, per ovvi motivi legati alla battaglia per un Irlanda Unita. McGuinness ha già annunciato che un’eventuale uscita dalla Ue imporrebbe un referendum, da tenersi sia a nord che a sud dell’isola, per sondare l’effettiva volontà del popolo irlandese di riunificarsi. Difficile che ciò avvenga, ma è facile prevedere che lo scenario potrebbe comportare un qualche problema per i fragili equilibri del processo di pace.